Condannato a 2 anni e 3 mesi. E’ questa la decisione del Tribunale di Biella per un caso di estorsione di un marocchino nei confronti di uno studente. La cifra estorta? Appena 1 euro. Per il marocchino, il giudice non ha voluto nemmeno concedere la condizionale. In ogni caso, il tribunale ha riconosciuto all’estorsore le attenuanti generiche, dimezzandogli la pena prevista in questi casi: 5 anni. Nonostante il corposo sconto della pena, l’avvocato dell’uomo ha comunque dichiarato che farà ricorso in appello.
La storia risale a circa sei anni fa. L’allora 18enne, come detto di origine marocchina, fermava alcuni studenti forzandoli a consegnargli il denaro. Una mattina, come di consueto, il marocchino avrebbe chiesto dei soldi ad un 15enne, nei pressi della fermata di un bus; alla risposta del ragazzo, che ha affermato di non avere soldi. Il marocchino avrebbe reagito in malo modo, strattonando il ragazzo e prendendolo per lo zaino. Non contento, il ragazzo avrebbe spinto il 15enne contro un muro, stritolandogli la mano destra e forzandolo a consegnargli il denaro.
A quel punto, il giovane gli consegna una moneta da un euro, e il marocchino lo lascia andare. Una volta a casa, però, il giovane racconta l’accaduto ai genitori. Nonostante la cifra esigua, ovviamente, il padre e la madre del piccolo non vogliono sentire ragioni, e denunciano l’accaduto alle forze dell’ordine. Una volta effettuata la denuncia, i Carabinieri impiegano ben poco tempo ad identificare il marocchino, e in breve scattano gli arresti per il 18enne.
A sei anni dall’accaduto, il giudice monocratico Paola Rava emette la sentenza di primo grado: 2 anni e 3 mesi per il ragazzo marocchino, a cui come detto sono state riconosciute le attenuanti generiche (probabilmente per la piccola cifra estorta), ma sul quale ha pesato il fatto che si trattava di un’azione reiterata, come confermato da diversi testimoni durante il processo. Vedremo solo in appello se le ragioni del ragazzo verranno considerate.