Il Tribunale di Velletri emana una sentenza controversa in un caso di separazione coniugale, imputando al marito la responsabilità della fine del matrimonio a causa del suo “isolazionismo affettivo“.
Il collegio dei giudici del Tribunale di Velletri ha emesso una sentenza che ha scosso le fondamenta delle dinamiche matrimoniali, condannando un 37enne reatino per il fallimento del suo matrimonio e imponendo una serie di obblighi finanziari. Oltre a dover elargire un assegno di mantenimento alla moglie, di qualche anno più grande di lui, il marito è stato anche incaricato di coprire tutte le spese legali legate alla separazione, un totale di 7.600 euro.
Secondo la versione del marito, la coppia era coinvolta in litigi continui che rendevano impossibile qualsiasi forma di manifestazione affettuosa o contatto fisico tra i coniugi. Tuttavia, i giudici hanno sostenuto che ” l’atteggiamento inerte” del marito, che sembrava preferire l’isolamento alle esigenze della coppia, non fosse rispettoso dei doveri coniugali sanciti dal matrimonio.
L’avvocato Federica De Santis, che ha difeso il marito, ha sostenuto che quest’ultimo era stato accusato ingiustamente di un fallimento matrimoniale causato principalmente dal comportamento ossessivo e oppressivo della moglie. Questo comportamento avrebbe creato un clima familiare teso e portato a una lenta disgregazione del loro rapporto, rendendo impossibile qualsiasi forma di intimità.
La versione della donna, rappresentata dall’avvocato Emiliano Rosalia, dipinge un quadro completamente diverso. Sostiene che i continui e ingiustificati rifiuti del marito di intrattenere rapporti affettivi e intimi, insieme alla mancanza di attenzione nei suoi confronti, avessero reso insopportabile la convivenza. Secondo lei, il marito era l’unico responsabile del fallimento del matrimonio.
La sentenza, sebbene emessa solo di recente, si basa su una crisi tra i due ex coniugi che risale a cinque anni fa. Nel 2018, la donna aveva presentato una richiesta di separazione, cercando di addebitare al marito ogni colpa per la fine del loro matrimonio. La situazione si era aggravata nel 2016, due anni dopo il loro matrimonio, quando alla donna era stata riconosciuta un’invalidità.
La questione centrale in questo caso sembra essere se il marito doveva continuare a mantenere i rapporti intimi con la moglie in una situazione così conflittuale. Il Tribunale di Velletri ha risposto affermativamente, sostenendo che il suo atteggiamento di chiusura e isolazionismo rispetto alle richieste di affetto della moglie costituisse una “ingiustificata violazione dei doveri coniugali“. In ultima analisi, il marito è stato accusato di non aver adempiuto al suo “dovere di assistenza morale“, che ha portato all’addebito della separazione a suo carico.
La sentenza solleva domande fondamentali sulle dinamiche delle relazioni coniugali e sui doveri reciproci dei coniugi. Se da un lato alcuni potrebbero vedere questa decisione come un’applicazione rigorosa della legge, altri potrebbero preoccuparsi che possa aprire la porta a un eccessivo coinvolgimento del sistema legale nelle questioni private delle coppie.