Marco Carta e il furto alla Rinascente, il pm contro la sua assoluzione: "Va condannato"

Di nuovo guai all'orizzonte per Marco Carta: il pm ha chiesto che venga condannato per il furto alla Rinascente di Milano. Vediamo nel dettaglio la richiesta.

Marco Carta e il furto alla Rinascente, il pm contro la sua assoluzione: "Va condannato"

Il caso del furto alla Rinascente che ha coinvolto la scorsa estate Marco Carta, sembra tutt’altro che chiuso. Dopo la sentenza di assoluzione del cantante sardo, arriva in queste ore la richiesta del pm Nicola Rossato: una condanna a 8 mesi di carcere e una multa di 400 euro. La questione, quindi, si riapre e vengono spiegati i motivi.

Come si legge sul sito de “La Repubblica”, i fatti accaduti la scorsa estate presso la Rinascente di Milano, sembrano avere ancora bisogno di essere chiariti, questo almeno è quello che pensa il pm che si schiera contro quando deciso dal giudice che ha ritenuto innocente Marco Carta. Rossato, invece, è dell’idea che il giudice sia stato troppo indulgente e che non abbia tenuto in giusta considerazione la testimonianza di un teste oculare.

Marco Carta, il pm spiega perché lo ritiene colpevole

In poche parole è stata ritenuta più credibile la versione di Fabiana Muscas, l’amica di Carta che il giorno del furto era insieme a lui e che si è assunta la piena responsabilità del reato: la donna è stata condannata ad un periodo di lavori socialmente utili. Il pm è convinto che questa ammissione di colpevolezza sia derivata dall’intenzione di scagionare Carta vista l’amicizia e l’esposizione mediatica del cantante. Continua poi Rossato che Carta: “Nega il proprio coinvolgimento, ma non riesce a spiegare quando e in che modo la Muscas avrebbe preso i capi di abbigliamento da lui indossati nel camerino“, ovvero le sei magliette del valore complessivo di 1.200 euro.

Secondo la Procura il verdetto di non colpevolezza si basa proprio su questa confessione e sul fatto che la testimonianza dell’addetto alla sorveglianza sia stata ritenuta non affidabile a causa dell’uso del termine “camerini” usato al plurale e non al singolare “camerino”, particolare che lascia interdetto il pm: “Sembra paradossale, è uno degli elementi usati dal Giudice per sancire l’inattendibilità del testimone”.

Insomma, secondo il pm Rossato la questione deve essere ancora sviscerata e chiariti diversi punti. Vedremo cosa succederà nei prossimi mesi e se Carta dovrà riaffrontare nuovi processi, al momento il cantante è impegnato in sala incisioni e non ha rilasciato alcuna dichiarazione in merito.

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