Mamme in rivolta perché a scuola lavorano due donne rom

Circa quaranta mamme si sono ribellate alla decisione del Sindaco di inserire due donne rom a scuola come bidelle. La decisione è stata presa nell'ambito di un progetto europeo di integrazione

Mamme in rivolta perché a scuola lavorano due donne rom

In una scuola di Monserrato, comune in provincia di Cagliari, sono state assunte due donne rom come bidelle, ma dura è stata la reazione dei genitori degli alunni, che si sono indignati di fronte alla scelta del Sindaco. Ecco cosa hanno dichiarato: “I nostri bambini non frequenteranno mai istituti dove lavorano due che provengono da un campo nomadi“. A pronunciare questa parole sono state circa quaranta mamme che non hanno visto di buon occhio l’inserimento delle rom nella scuola. Le due donne rom, Vasvja Severovic, rimasta vedova e con sei figli e l’amica Sena Halilovic, sono state inserite in un programma di formazione professionale e di integrazione a carico dell’unione europea. E’ quello che ha cercato di spiegare alle madri il Sindaco Gianni Argiolas, a cui le donne avevano chiesto il perché di questa decisione.

La notizia, riportata dal quotidiano “L’Unione Sarda”, ha provocato subbuglio nella scuola e le madri sono fermamente decise ad andare avanti. Il Sindaco ha tentato di portare le ragioni di tale decisione, ed ha dunque aggiunto per placare la protesta: “Essendo al corrente delle carenze di organico nelle scuole elementari e medie ho chiesto al Preside di far lavorare le due donne per un mese. Ma oltre che nelle scuole, verranno impiegate in altri settori dell’amministrazione per far conoscere loro il mondo del lavoro ai fini della loro integrazione”.

Neanche questa risposta è piaciuta a coloro che hanno protestato, anche se, è giusto dirlo, pochi di loro hanno dimostrato sentimenti razzisti e violenti, con frasi tipo: “Non le vogliamo perché sono sporche, puzzano, fanno paura ai bambini e si vestono in modo strano con quelle gonne lunghe…“. Il Sindaco ha condannato coloro che hanno pronunciato queste parole, ma è ben deciso a portare avanti il progetto perché è segno di civiltà e di adattamento per queste persone. Anche nel paese vicino Selargius si sta portando avanti un progetto di questo tipo, che ha come scopo di integrare la popolazione rom nel territorio. Le due donne rom hanno commentato così la vicenda: “Rubare ovviamente non si può, chiedere l’elemosina non sta bene e se lavoriamo è ancora peggio“, con un’aria di profondo sconcerto.

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