Una tranquilla giornata di festa per il 2 giugno si è trasformata in un incubo per una famiglia romana. A Borghesiana, quartiere nella periferia est della Capitale, cinque bambini sono rimasti intossicati da una fuoriuscita anomala di cloro in una piscina del centro sportivo “Imperium Eventi“. Tra loro, Mattia, 9 anni, si trova tuttora ricoverato in gravi condizioni al Policlinico Umberto I, in coma farmacologico.
I medici non si sbilanciano, ma il rischio di danni neurologici permanenti è concreto a causa del prolungato contatto con il cloro inalato. A raccontare i drammatici momenti è Alessio, fratello di Mattia, che ha ricordato come l’acqua fosse diventata gialla e l’aria irrespirabile. “Dal tubo del cloro è uscito tantissimo prodotto, si è formata una patina gialla. Mattia si è tuffato proprio lì e ha cominciato a stare male”, ha detto.
In pochi minuti, tutti i bambini hanno iniziato a tossire e respirare con difficoltà. Mattia, però, è apparso subito in condizioni più serie: piegato su sé stesso, faticava a respirare. Gli infermieri hanno tentato di stabilizzarlo sul posto prima del trasporto in ospedale. Il padre del piccolo, un militare impegnato nella parata ai Fori Imperiali, ha assistito al primo tentativo di risveglio del figlio, andato purtroppo a vuoto.
“Gli hanno fatto una risonanza, ma i medici non ci danno informazioni chiare. Non ci dicono se la situazione è stazionaria, non ci dicono nulla”, ha dichiarato. Intanto, la Procura di Roma ha aperto un fascicolo per lesioni colpose. La Polizia scientifica ha eseguito un sopralluogo, mentre l’impianto è stato posto sotto sequestro. Secondo le prime ricostruzioni, potrebbe esserci stato un malfunzionamento del sistema di dosaggio del cloro.
La pompa potrebbe aver rilasciato in un’unica soluzione una quantità eccessiva di prodotto, provocando l’intossicazione. Alcuni testimoni parlano anche di una misteriosa macchia verde sul fondo della vasca, elemento che sarà oggetto di ulteriori analisi. Il gestore dell’impianto, Christian Scalzo, ha parlato di “danno accidentale” e ha assicurato che tutto era in regola. “Sono stato io a chiamare i soccorsi. Anche mia sorella frequenta quella piscina. Lavoriamo con serietà e sacrifici, è stato un incidente”.
Tuttavia, il fatto che l’impianto fosse ancora aperto nel pomeriggio del 2 giugno ha suscitato l’indignazione dei genitori. “Siamo tornati a recuperare le nostre cose e c’erano ancora persone che nuotavano. Inaccettabile”, ha detto il padre di Mattia. L’esperto Carlo Locatelli, direttore del Centro Antiveleni di Pavia, ha spiegato che l’inalazione di cloro in alte concentrazioni può causare danni gravi, anche permanenti, specie se il soggetto è esposto in acqua dove la diffusione del gas avviene più rapidamente.
“È probabile che il bambino abbia inalato una dose massiccia in pochi secondi, con conseguente blocco respiratorio e rischio di ipossia cerebrale”. In attesa dei risultati ufficiali delle analisi e degli accertamenti della magistratura, resta l’angoscia per la sorte di Mattia. Le prossime ore saranno decisive per comprendere l’entità dei danni riportati e se sarà possibile un recupero senza conseguenze a lungo termine.