Mamma di una diplomanda picchia il presidente di commissione

Caltanissetta: la mamma di una diplomanda ha schiaffeggiato il presidente di commissione degli esami. Era arrabbiata perché la figlia non poteva presentarsi agli esami. La ragazza è però in cura perché è un soggetto ansioso ed è la madre ora a chiedere giustizia

Mamma di una diplomanda picchia il presidente di commissione

La mamma di una diplomanda dell’Istituto Comprensivo Statale di Caltanissetta Pietro Leone ha schiaffeggiato il presidente di commissione, gridando furiosamente queste parole: “Ha distrutto il percorso sanitario costruito in tre anni con i medici dell’Asp. Mia figlia non è violenta ma andava tutelata“. Una vicenda incredibile, che ha sconvolto la dirigente dell’istituto, che oltretutto ha dovuto ricorrere alle cure sanitarie dopo il gesto violento della donna e non ha potuto presiedere la commissione il giorno dopo.

La mamma della ragazza ha inoltre minacciato la commissione di rivolgersi alle istituzioni e di procedere per vie legali, in quanto consapevole che la figlia non avrebbe potuto conseguire il diploma ma, così sostiene la donna, la sua ragazza avrebbe dovuto essere tutelata proprio dalle istituzioni scolastiche. Invece alla studentessa è stata inviata una comunicazione chiara e precisa che non avrebbe dovuto presentarsi per svolgere la seconda prova d’esame.

La madre ha dichiarato che la figlia è in cura terapeutica presso il Centro di Salute Mentale dell’Asp, ma non è una ragazza violenta ed è assolutamente innocua. “Mia figlia soffre d’ansia, una patologia ben nota alla stessa Vincenza Mancuso, presidente di commissione, considerato che il 13 giugno, poco prima dell’avvio delle sessioni d’esami di stato, sono stata costretta a consegnare una certificazione medica per il particolare stato di salute di mia figlia. Accorgimenti apparentemente ignorati da tutto il corpo docenti che non sarebbe intervenuto per sedare lo stato d’animo di mia figlia”. Queste le dichiarazioni della donna che vuole in tutti i modi proteggere la figlia da ulteriori danni psicologici che le provocherebbe l’esclusione dagli esami, cosa che invece sarebbe un’occasione per infondere fiducia nella ragazza a proseguire con più tranquillità e fiducia in sé stessa.

Le opinioni sono divergenti, e quelle della presidente di commissione non combaciano con quelle affermate dalla mamma della ragazza. Certo, in uno stato di patologia particolare riconosciuto e certificato, qualche attenuante potrebbe esserci nella valutazione di un esame scolastico, e la ragazza aveva fornito tutta la documentazione necessaria a far procedere regolarmente le cose. Attendiamo di sapere come finisce e se il gesto della mamma avrà ripercussioni legali, intentate magari dalla stessa presidente di commissione.

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