È stata una tragica notte quella trascorsa il 16 agosto, quando il giovane Antonio Scafuri, dopo un brutto incidente stradale, è stato ricoverato all’Ospedale Loreto Mare, in provincia di Napoli. Un luogo che avrebbe dovuto metterlo in salvo e riportarlo vivo ai suoi genitori, ma che sembrerebbe essere stato il teatro del suo fatale peggioramento.
Antonio Scafuri, arrivato in codice rosso, ha aspettato per ben 4 ore che qualcuno prendesse in mano la sua situazione. È stato proprio un consigliere regionale della Campania a rendere nota la notizia, pubblicando in modo ufficiale la denuncia che il responsabile del Pronto Soccorso di Loreto Mare ha fatto.
Da quanto viene detto, il giovane è stato portato in ospedale alle ore 21.46 e, fin da subito, sono stati riscontrati i peggioramenti che il giovane stava accusando. Soltanto verso le ore 1.04, è stato fatto il suo ricovero in chirurgia, con prognosi riservata ed imminente pericolo di vita.
Quando è trascorsa quasi un’altra ora, il responsabile del pronto soccorso si è reso conto che qualcosa non stava andando, vedendo il codice rosso bloccato per così lungo tempo, dirigendosi così personalmente dal medico che aveva in cura il ragazzo. Antonio stava aspettando da molte ore di fare un angioTac, e quindi di essere trasferito nella struttura che possedeva la macchina necessaria per farla. Quando ha chiesto al medico responsabile di accelerare i tempi, gli è stato risposto che «sapeva lui cosa doveva fare e che le cose andavano bene così».
Si fanno le 3.30 quando il padre del ragazzo inizia a dare in escandescenza perché non veniva fatto nulla al figlio sofferente, ed il responsabile si precipita nuovamente in pronto soccorso, richiedendo che partisse immediatamente un’ambulanza con a bordo un rianimatore e un chirurgo, e che venisse portato all’Ospedale Vecchio Pellegrini ad eseguire l’angioTac.
Antonio all’ospedale è arrivato, ma a bordo del veicolo non c’era un rianimatore. Criticata la sua assenza anche dall’ospedale vicino. Il giovane è ritornato alle ore 8.30 a Loreto Mare, dov’è stato condotto in rianimazione, reparto nel quale è successivamente morto.