Mafia, arrestate cinque persone del clan Pipitone

Un nuovo colpo al boss Pipitone: cinque persone sono state arrestate dopo le indagini condotte dai magistrati della Dda palermitana. Nuovi provvedimenti giudiziari per il boss e per alcuni familiari

Mafia, arrestate cinque persone del clan Pipitone

I carabinieri di Carini hanno eseguito un’ordinanza emessa dal gip del Tribunale di Palermo, Lorenzo Jannelli, che ha dato un altro colpo alla mafia e al clan di Pipitone: in manette 5 persone dopo le indagini condotte dai magistrati della Dda palermitana.

Per il boss Angelo Antonino Pipitone Angelo, 72 anni, già al carcere Pagliarelli dallo scorso 25 settembre, è in atto una nuova ordinanza di custodia cautelare in carcere. Disposti gli arresti anche per la moglie Franca Pellerito, 66 anni, e le figlie Epifania di 35 e Graziella di 44 anni, e anche per Angela Conigliaro di 45 anni, già finita sotto arresto a settembre per essere intestataria di un’azienda riconducibile al boss di Carini.

Le nuove disposizioni sono conseguenza dell’operazione “Destino” che aveva impegnato gli investigatori lo scorso settembre e che aveva permesso di scoprire gli autori dell’incendio doloso che era stato appiccato in una stalla nelle campagne di Carini: in quell’occasione alcuni animali erano stati uccisi. Gli investigatori, inoltre, hanno scoperto una rete di prestanome tramite i quali Angelo Antonino Pipitone gestiva un immenso patrimonio che comprendeva ville, terreni, fabbricati industriali e società.

Nell’inchiesta “Destino 2” è stato trattato il problema che riguardava la vendita di una lussuosa villa di Mondello che era intestata ad un prestanome ma era appartenente alla famiglia Pipitone. Gli inquirenti sono riusciti anche a dimostrare alcune pressioni esercitate dalla moglie del boss e da una delle figlie all’acquirente per percepire l’importo che era equivalente a circa 1 milione e 300 mila euro.

Gli investigatori hanno anche chiarito l’operazione che ha riguardato l’intestazione fittizia ad Angela Conigliaro di un terreno di 1,75 ettari, sito nel comune di Carini: il valore del terreno era di 250 mila euro e anche questo era riconducibile alla  famiglia Pipitone. Tutta la trattativa del terreno e le varie fasi che l’hanno preceduta sono state analizzate e verificate dagli investigatori, che hanno anche accertato che vi era coinvolto un avvocato che avrebbe messo a disposizione la propria professione per stipulare gli atti riguardanti la compravendita del terreno, ben sapendo di aver fatto tutto nell’interesse solo del boss Pipitone. Si attendono ulteriori sviluppi sulla vicenda che andranno a chiarire altri punti ancora oscuri.

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