L’ultimo spreco degli immigrati: cibo intatto buttato nella spazzatura

De Priamo, di Fratelli d'Italia, posta su Facebook due video che svelano gli sprechi dello Sprar di via Pallavicini. Nell'immondizia sacchi di cibo ancora intonso.

L’ultimo spreco degli immigrati: cibo intatto buttato nella spazzatura

Pasta, pane, carne e pesce buttati via dagli immigrati senza nemmeno essere consumati. L’ultimo spreco dei business dell’accoglienza arriva da Roma, dove un video girato da Andrea De Priamo, capogruppo di Fratelli d’Italia, ha svelato il contenuto di decine di sacchi pieni di cibo ammassati nelle pattumiere e sistemati vicino alla struttura di accoglienza Sprar.

De Priamo, munito di guanti in lattice, ha aperto quei sacchetti e si è ritrovato davanti ad uno spettacolo che grida vendetta agli occhi di quanti invece non riescono a mettere insieme il pranzo con la cena: intere porzioni di pasta al sugo, secondi di carne e di pesce, bistecche con contorno di patate al forno, pane fresco ancora protetto dal proprio sacchetto di plastica.

Ecco dove finiscono i soldi che gli italiani tirano fuori ogni anno per sfamare chi entra in Italia clandestinamente. Uno spreco che fa giustizia alla politica di Salvini: quella che riduce la diaria per ogni profugo da 35 a 21 euro e che i centri di accoglienza non hanno digerito, come non digeriscono il cibo che il buon Dio manda sulla terra quegli immigrati che arrivano, sprecano e pretendono pure.

Quello di Roma non è un caso isolato, sembra essere un’abitudine. Nel 2014, infatti, avevano fatto scalpore le fotografie scattate nel centro di primo soccorso e accoglienza di Pozzallo, con cassonetti della spazzatura pieni di decine e decine di portate di cibo ancora avvolte in cellophane e mai consumate da quanti dicono di soffrire la fame dai Paesi da cui provengono.

Quello spreco aveva attirato numerose polemiche per le parole di una grillina che aveva spiegato che i pasti venivano buttati via perché “gli immigrati non digeriscono la pasta”. Sulle confezioni buttate via era ancora presente l’etichetta con il numero dello straniero a cui era destinato il pasto e che lo aveva rifiutato. Forse perché preferiva caviale e champagne?

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