Luigi Cossellu, no vax, muore a 28 anni ucciso dal Covid

Il virus continua a seminare la morte tra i non vaccinati. Il giovane era giunto in ospedale già in condizione gravi. Il messaggio degli amici: "Vaccinatevi"

Luigi Cossellu, no vax, muore a 28 anni ucciso dal Covid

Il Covid fa un’altra vittima tra i no vax. L’ennesima. Questa volta è toccato a Luigi Cossellu, di Terracina, provincia di Latina, morto a soli 28 anni per non essersi vaccinato. Il giovane era contrario a quei farmaci demonizzati dai negazionisti come se fossero una infernale macchinazione ordita da chissà quale entità oscura. Questo nonostante che il giovane soffrisse pure d’asma, rendendo così il contagio ancora più letale.

Quando è giunto in ospedale, il Santa Maria Goretti di Latina, Luigi era già grave. Le sue condizioni di salute, il virus che era penetrato nei meandri polmonari, hanno richiesto il ricovero in terapia intensiva, con tanto di intubazione. Ma è stato inutile. Anche perché il giovane si è più volte tolto il caso per respirare, quasi come gesto di ribellione verso una pandemia davanti alla quale i no vax credono di essere immuni.

Ma così non è, e Luigi è morto per una grave insufficienza respiratoria. Gli amici stanno organizzando una raccolta fondi per il funerale del 28enne e ne hanno approfittato per lanciare, attraverso i social network, pure un messaggio ai no vax: “Ad oggi ancora chi dice che il Covid non esiste, che è solo un’influenza, intanto persone nel mondo muoiono, gli amici muoiono, nonni papà ragazzi amici portati via dal Covid, tanto non esiste, è solo un’influenza, ditelo alle famiglie che hanno perso un parente”.

Al messaggio degli amici di Luigi si è unito pure l’assessore regionale Alesso D’Amato, il quale ha sostenuto che la vaccinazione è fondamentale perché, se prima il virus sembrava colpire solo persone anziane e con patologie pregresse, adesso comincia a colpire anche i giovani, a dimostrazione che nessuno può ritenersi al riparo da una pandemia che non perdona i vaccinati, figuriamoci chi rifiuta l’antidoto.

“Quando i no vax giungono in ospedale non sono mai ai primi sintomi-spiega il direttore della Asl di Latina, Silvia Cavalli– Sono già gravi perché c’è da parte loro la negazione della malattia”. Per dimostrare quanto la dirigente abbia ragione, c’è la notizia che anche il papà del ragazzo, un non vax, è ricoverato in terapia intensiva dell’ospedale Goretti. Così, tanto per non farsi mancare nulla.

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