Lucca, in ospedale lo rimandano a casa per indigestione ma era miocardite: condannata la dottoressa

Nel dicembre di tredici anni fa, un uomo di 41 anni si è recato al pronto soccorso dell'ospedale di Lucca con forti dolori allo stomaco e alla schiena. I sintomi sono stati erroneamente attribuiti a un'indigestione dalla dottoressa di turno.

Lucca, in ospedale lo rimandano a casa per indigestione ma era miocardite: condannata la dottoressa

Nel contesto sanitario, la precisione diagnostica è fondamentale per garantire il benessere e la sicurezza dei pazienti. Tuttavia, anche i professionisti più esperti possono commettere errori che possono avere conseguenze pesantissime. Un caso emblematico di errore diagnostico è avvenuto presso l’ospedale di Lucca, dove un uomo di 41 anni è stato erroneamente dimesso con una diagnosi di indigestione mentre in realtà stava subendo un’ischemia miocardica, un errore che ha portato a danni permanenti per il paziente e a significative ripercussioni legali per la dottoressa coinvolta.

Nel pomeriggio di Natale di tredici anni fa, un uomo si è recato al pronto soccorso dell’ospedale di Lucca con forti dolori allo stomaco e alla schiena. I sintomi, interpretati come il risultato di un’indigestione, hanno portato la dottoressa di turno a dimettere il paziente senza ulteriori esami diagnostici, prescrivendo semplicemente una terapia anti-spastica ed anti-acida. 

Purtroppo, la realtà era ben diversa: il paziente stava soffrendo di un’ischemia miocardica, una condizione grave che richiede interventi medici tempestivi per evitare danni irreversibili. Il mancato riconoscimento di questa patologia ha portato a un peggioramento delle sue condizioni di salute, culminando in un successivo ricovero il 27 dicembre, quando è stata finalmente diagnosticata l’ischemia miocardica subacuta attraverso un elettrocardiogramma e altri accertamenti clinici.

A seguito di questo grave errore diagnostico, il paziente ha ricevuto un risarcimento di 155mila euro dall’azienda sanitaria locale, l’ASL Toscana Nord Ovest, che ha scelto di risarcire il paziente per evitare ulteriori complicazioni legali. Tuttavia, la questione non si è conclusa qui. La Corte dei Conti ha ritenuto la dottoressa responsabile di un “grossolano errore diagnostico” dovuto a un “comportamento negligente“, ordinando alla stessa di risarcire l’ASL con 124mila euro.

Secondo le perizie medico-legali presentate durante il processo, la mancata diagnosi al primo accesso in ospedale ha contribuito a un aggravamento significativo delle condizioni del paziente.

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