Lorenzo, morto di covid a 10 anni, il papà dice: "non siamo no Vax, il medico ci aveva detto di aspettare a vaccinarlo!"

Il papà di Lorenzo, morto di covid a 10 anni, rompe il silenzio "non siamo no vax, il medico ci aveva detto di aspettare a vaccinarlo. Sia io, mia moglie e gli altri due figli siamo vaccinati". Il medico "l'infezione ha distrutto il tessuto muscolare"

Lorenzo, morto di covid a 10 anni, il papà dice: "non siamo no Vax, il medico ci aveva detto di aspettare a vaccinarlo!"

Simone Gazzano, il papà del bambino di 10 anni morto il 25 gennaio nella terapia intensiva dell’ospedale Regina Margherita di Torino per Covid, ha rotto il silenzio per fare una sua dichiarazione “visto che soffriva di crisi epilettiche, avevamo consultato un medico che ci aveva detto di aspettare a vaccinare il bambino”.

Il bambino non era affetto da alcuna patologia grave. Tutta la sua famiglia era vaccinata ma lui non lo era perchè un medico aveva consigliato di aspettare a farlo. Il papà del piccolo ha deciso di parlare per spiegare che suo figlio non era vaccinato ma che loro non sono una famiglia di NO VAX. L’uomo dichiara che appena hanno potuto hanno subito fatto il vaccino sia lui che la moglie e gli altri due figli. La vaccinazione del piccolo era in forse perchè “non era ancora obbligatorio e lui prendeva delle medicine e così abbiamo preferito aspettare. Poteva prendere il covid come tanti altri e superarlo. Invece è andata così“.

Il bambino viveva a Nucetto, in provincia di Cuneo, dove la famiglia gestisce un bar attualmente chiuso per covid così come la scuola del paesino. Venerdì Lorenzo stava bene, sabato mattina ho fatto un tampone, risultato positivo. Domenica pomeriggio ha iniziato a stare male, provava stanchezza, febbre, dolori muscolari e nausea. Il piccolo è stato quindi portato in ospedale a Mondovì alle 4 di mattina del lunedì, dove hanno subito capito che doveva essere trasferito d’urgenza al Regina Margherita.

Come è morto il bambino

Patrizia Fusco, direttore della struttura complessa di pediatria dell’ospedale di Mondovì, ha spiegato al Corriere della Sera che bambino è giunto in ospedale nelle prime ore di lunedì mattina e le sue condizioni sono apparse subito importanti provava di forti dolori e dopo gli esami si è capito che c’erano delle lesioni a livello dei muscoli. Il personale medico era a conoscenza della sua positività poichè aveva già fatto un tampone a casa, dopo tutti gli accertamenti e le terapie per stabilizzarlo il bambino verso le ore 9 del mattino è stata trasferito al Regina Margherita che, è un centro di terzo livello per l’assistenza dei pazienti con patologie importante in età pediatrica.

All’ospedale pediatrico Torinese è stato fatto tutto il possibile per salvare la vita al piccolo Lorenzo ma non è bastato. Franca Fagioli, direttrice del dipartimento patologia e cura del bambino presso l’ospedale Regina Margherita di Torino, ha dichiarato il fatto che questo bambino avesse il covid era un dato certo ed è successo che questo bambino con un infezione virale in corso, anche se succede di rado, ha avuto una complicanza che si chiama rabdomiolisi acuta. Una malattia che è possibile che accada anche con altri virus o in seguito a traumi molto gravi. A causa di questa infezione si sono distrutti tutti i tessuti muscolari e questo ha causato il rilascio nel corpo sostanze tossiche che hanno indotto alla arresto cardiaco.

A Nucetto tutti conoscevano il piccolo Lorenzo, il parroco Roberto Fontana parla di lui come un ragazzino solare, allegro, sorridente e spensierato che aveva fatto la prima comunione lo scorso anno insieme ad altri 8 ragazzi e racconta che era un assiduo chirichetto nelle Messe della domenica mattina, mentre il sindaco Enzo Dho racconta che il bambino era la gioia di vivere incarnata, salutava tutti con un ciao talmente splendido che faceva stare bene.

La procura apre una pratica

Nel frattempo la procura di Torino ha aperto una pratica al momento senza indagati e senza ipotesi di reato sul caso. L’apertura del caso è partita in seguito alla segnalazione da parte dell’azienda sanitaria che ha così potuto svolgere degli accertamenti sul caso ma al momento non è prevista nessuna nuova istruttoria.

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