Nella notte tra sabato 25 e domenica 26 ottobre 2025 l’Italia tornerà all’ora solare, spostando le lancette dalle 3:00 alle 2:00, un’operazione che regala un’ora di sonno in più ma accorcia le giornate in termini di luce serale. Questo passaggio non è solo una consuetudine stagionale, ma ha effetti tangibili sul nostro organismo e sui consumi energetici.
Studi scientifici, come il progetto EUCLOCK finanziato dall’Unione Europea e conclusosi nel 2011, evidenziano come l’orologio biologico umano si adatti più facilmente al ritorno dell’ora invernale rispetto a quello estivo, minimizzando il disagio per la maggior parte delle persone. Tuttavia, chi possiede un cronotipo spostato in avanti, cioè chi tende a coricarsi e svegliarsi più tardi, può percepire un maggiore squilibrio nei ritmi circadiani, poiché il corpo è già sincronizzato sull’orario solare e deve adattarsi alle attività sociali programmate in anticipo.
La discussione sul mantenimento di un orario unico tutto l’anno è tuttora aperta. In Italia e in Europa, diversi cittadini hanno proposto di eliminare lo switch tra ora legale e ora solare, sostenendo che la continuità dell’ora legale possa ridurre i costi energetici e favorire risparmi concreti per famiglie e imprese.
Dal punto di vista energetico, i dati di Terna confermano i vantaggi di questo sistema: l’ora legale ha comportato, solo nell’ultimo anno, un risparmio di 340 milioni di kWh, equivalente al fabbisogno annuo medio di circa 130 mila famiglie, con un beneficio economico stimato di 75 milioni di euro. Considerando l’arco temporale 2004-2024, il risparmio complessivo raggiunge 11,7 miliardi di kWh, pari a circa 2,2 miliardi di euro. Oltre ai vantaggi economici, il cambio d’ora influenza anche l’ambiente. Il minore consumo elettrico registrato tra fine marzo e fine ottobre permette di evitare emissioni di CO2 pari a circa 160 mila tonnellate, contribuendo a un significativo impatto positivo sul clima.
Il dibattito non si limita all’Europa: negli Stati Uniti, il Sunshine Protection Act del 2022 aveva proposto di mantenere l’ora legale per tutto l’anno, ma la questione è rimasta aperta e non ancora definita, dimostrando quanto il tema sia complesso e intrecciato a fattori economici, sociali e biologici.