Lodi, cadavere decapitato affiora dal Po: sempre più certo che si tratti di Stefano Barilli

Ieri pomeriggio un cadavere decapitato è stato rinvenuto nelle acque del Po da un pescatore che ha immediatamente lanciato l'allarme. Il procuratore della Repubblica di Lodi chiarisce perché si tratterebbe di Stefano Barilli.

Lodi, cadavere decapitato affiora dal Po: sempre più certo che si tratti di Stefano Barilli

Nelle prime ore di ieri pomeriggio, domenica 18 aprile, su segnalazione di un pescatore che, terrorizzato, ha immediatamente chiamato le forze dell’ordine dopo aver fatto l’orribile scoperta, le acque del Po hanno restituito il corpo, decapitato, di un uomo di giovane età.

Il cadavere senza testa è stato recuperato a Caselle Landi, nel Lodigiano, e i carabinieri hanno rinvenuto, nei suoi vestiti, alcuni documenti che portano a ritenere che si tratti di Stefano Barilli

Chi è Stefano Barilli

Stefano Barilli, un giovane alto 1,75, è un 23enne di Piacenza, allontanatosi lo scorso 8 febbraio da casa e di cui, da allora, si erano perse le tracce. Nel corso di una puntata della trasmissione Chi l’ha visto, era giunta una segnalazione da Milano, con un filmato che si pensava ritraesse Stefano in compagnia di un altro giovane emiliano, il 21enne Alessandro Venturelli, di Sassuolo, scomparso lo scorso 5 dicembre.

Ora la Procura di Lodi ha disposto, all’interno dell’autopsia sul cadavere senza testa , anche il test del Dna che sarà raffrontato con quello dei familiari più stretti. Va precisato, però, che nella tasca del pantalone indossato dalla vittima, è stato ritrovato un biglietto contenente un messaggio, peraltro firmato, in cui il giovane preannuncerebbe il gesto estremo.

Le parole del Procuratore della Repubblica di Lodi 

Sarà l’autopsia a confermare l’identità del giovane scomparso a febbraio, quindi il suo suicidio. Se ciò avverrà, dice il procuratore della Repubblica di Lodi, Domenico Chiaro, ci troviamo davanti ad una persona molto precisa. Il biglietto rinvenuto nei pantaloni indossati dal cadavere era non solo all’interno di una busta di plastica chiusa ermeticamente, ma in più conteneva il messaggio firmato che preannunciava la morte. 

Insieme al biglietto, nella busta di plastica, è stata ritrovata anche la carta d’identità, quasi a non voler lasciare dubbi sull’identificazione, dice Domenico Chiaro.

Il dubbio della testa decapitata

Il procuratore fornisce anche altre informazioni. Il corpo è rimasto impigliato nella vegetazione ad alcuni metri dalla riva ed il suo stato di decomposizione, dice, è compatibile con i giorni trascorsi dalla scomparsa del povero Stefano Barilli. La testa non appare tagliata al netto, aggiunge Chiaro, ma le lesioni sono compatibili con danni arrecati dalla fauna acquatica. I pesci, in pratica, avrebbero accredito il capo, ossia la parte più esposta. 

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