Le unioni civili non sono state ben accolte da tutti gli attori della politica italiana, tant’è che nonostante la dichiarata trasversalità della legge in Parlamento, in realtà molti movimenti hanno continuato a fare resistenza passiva nel tentativo di rendere l’oramai inevitabile decreto quanto più limitato possibile.
Anche una volta passate però, le unioni civili hanno continuato ad essere oggetto di forti discussioni se non addirittura di manifestazioni di vero e proprio antagonismo, come nei casi dei sindaci rifiutatisi di celebrare matrimoni tra persone dello stesso sesso facendo leva sulla cosiddetta “obiezione di coscienza” (cosa peraltro illegale in questo caso).
L’ultimo scandalo in relazione a questo triste filone di tranelli e sgambetti si è verificato a Finale Emilia, in provincia di Modena, dove la giunta locale – di Centrodestra – ha stabilito che le unioni civili debbano venire risolte nel più assoluto silenzio, quasi fossero una vergognosa onta da nascondere a tutta la comunità.
Per questa ragione il sindaco Palazzi ha deciso che non si debbano organizzare celebrazioni di alcun genere, ma sarà semplicemente una dichiarazione che sancirà l’unione legale tra due persone ad opera di un ufficiale che non indosserà nemmeno la tradizionale fascia tricolore; il tutto si svolgerà peraltro a porte chiuse, senza scambio di anelli e in una sala chiusa al pubblico.
La giunta Palazzi ha potuto propendere per questa soluzione poiché, se da una parte è illegale vietare le unioni civili ora che sono legge, dall’altra non è ancora stato stabilito un decreto che si occupi di disciplinare il cerimoniale secondo regole ben precise. Pertanto ogni Comune, benché sia di fatto obbligato a celebrarle, può decidere di farlo nella maniera che riterrà più opportuna.
Quindi anche, come nel caso di Finale Emilia, cancellando interamente qualsivoglia genere di celebrazione e degradando il tutto ad un semplice atto notarile, da svolgersi in privatissima sede ed espletare nel più breve tempo possibile, piuttosto che ad un effettivo matrimonio civile.
La scelta di Palazzi e dei suoi sostenitori ha scatenato forti polemiche sia in Parlamento che nell’opinione pubblica, tant’è che la deputata PD Giuditta Pini ha pubblicamente ritenuto l’atteggiamento della giunta locale “discriminatorio e meschino“. “La Lega – ha aggiunto Pini – tenta come al solito di fare propaganda politica sulla vita delle persone, dimostrando il reale rispetto che nutre per i cittadini“.