Un temporale intenso che si è trasformato in pochi minuti in un nubifragio intenso e, di conseguenza, in tragedia. Il rio Ardenza di Livorno è esondato violentemente. Un bilancio tragico con ingenti danni ad abitazioni, strade, auto, suppellettili di ogni genere ma, soprattutto, un bilancio che porta tristemente con sé ben sette vite spezzate e che vede ancora un disperso.
Dalla notte tra sabato e domenica, Martina risultava dispersa ed oggi – intorno alle 16.30 – è stata ritrovata sotto il fango di un giardino di una villetta a circa 2 km dalla sua abitazione. E’ ufficialmente la settima vittima accertata di questa ennesima – forse evitabile – tragedia.
Manca solo un nome all’appello, quello di un uomo che viveva in una baracca ai margini del fiume. La procura indaga per capire se danni e morti potevano essere evitati. Se sotto quel fango emergeranno delle responsabilità saranno solo le indagini a dirlo.
Le disperate richieste d’aiuto ai carabinieri raccontano di un disastro inaudito tant’è che è in atto un’ indagine per disastro colposo. L’ultima vittima, Martina, si era sposata nemmeno due mesi fa. Suo marito Filippo è riuscito a salvarsi ma si dispera per non essere riuscito a trattenere la moglie, la furia dell’acqua era devastante e non ha risparmiato nulla.
Le priorità sono quelle di togliere il fango dalle strade e ricostruire gli argini crollati. E’ il momento della ricostruzione. E’ il momento di rialzarsi ma la polemica è accesa. E’ sul colore del livello di allarme che si accende ma i cittadini affermano che le rive dei fiumi erano sporche così come i tombini.
Come sempre, il rimpallo delle responsabilità tenta di spostare l’attenzione dalla realtà. La realtà è che una giovane coppia è stata separata per sempre ed una bimba di 3 anni ha perso mamma, papà, fratellino e nonno.