Licata, disabili torturati, picchiati e filmati per deriderli sui social: 4 condanne

Quattro giovani siciliani sono stati condannati dal Tribunale di Agrigento a complessivi 31 anni di carcere per i reati di tortura, sequestro di persona e violazione di domicilio nei confronti di disabili.

Licata, disabili torturati, picchiati e filmati per deriderli sui social: 4 condanne

Il Tribunale di Agrigento, nelle scorse ore, ha condannato 4 giovani siciliani a complessivi 31 anni di carcere per i reati di tortura, sequestro di persona e violazione di domicilio.

I 4 legavano, picchiavano e filmavano le violenze sui disabili, per poi deriderli anche sui social. Calci, pugni, bastonate, minacce di morte, filmati con gli smartphone e diffusi in rete, sui social con post sfottenti, l'”imballaggio” delle vittime disabili con del nastro adesivo per poi farle ruzzolare come fossero giocattoli in mezzo alla strada, la vernice sui loro volti o i secchi in testa, sono reati che pagheranno a caro prezzo. 

L’accaduto 

I fatti risalgono allo scorso anno ma sono venuti alla luce solo nel gennaio scorso, con l’arresto dei 4 imputati da parte dei carabinieri della compagnia di Licata, città dove si sono consumate le violenze. I quattro agivano proprio come un branco e si accanivano nei confronti dei deboli con comportamenti disumani e degradanti. Le torture avvenivano in pieno giorno e le vittime erano anche minacciate per evitare che denunciassero. In un caso una delle vittime era stata anche quasi data alla fiamme.

Stando all’accusa, gli imputati avrebbero preso di mira le vittime perché disabili. Al termine del processo di primo grado, svolto con rito abbreviato, il giudice per le udienze preliminari di Agrigento Francesco Provenzano ha inflitto la pena più alta ad Antonio Casaccio, 26enne condannato a 9 anni, 8 anni invece sono stati inflitti al 25enne Jason Lauria, mentre condannati a 7 anni ciascuno Gianluca Sortino (23enne) e Angelo Sortino (36enne). Lo stesso tribunale ha disposto anche il pagamento di una provvisionale di oltre 35 mila euro in favore delle vittime come risarcimento danni, immediatamente esecutiva. 

Le vittime subivano tutte queste torture ma chiedevano aiuto, nell’indifferenza dei passanti di Licata che, anzichè prestare soccorso, oppure chiedere anonimamente l’intervento delle forze dell’ordine, si giravano dall’altra parte e acceleravano il passo. Solo una donna, abbattendo il muro di omertà, ha fatto si che si giungesse alle attuali condanne. 

Continua a leggere su Fidelity News