Ci sono giovani italiani da record. Uno di questi è Giovanni Cammilleri; un ragazzo siciliano di soli 19anni, originario di Licata, in provincia di Agrigento, che è già al suo secondo incarico da docente, dopo essere passato, in pochi mesi, dal diploma, al lavoro di Insegnante Tecnico Pratico.
Il 19enne si è diplomato lo scorso anno all’Istituto Fermi di Licata, in provincia di Agrigento e, dopo aver conseguito i 24 crediti necessari all’insegnamento, è potuto salire in cattedra subito dopo con un incarico all’interno dei laboratori di una scuola secondaria, frequentata a tutti gli effetti da quelli che si possono definire i suoi coetanei.
La storia
Più di uno lo ha scambiato per uno studente quando per la prima volta è salito in cattedra. Il giovanissimo docente ha avuto il primo incarico come insegnante tecnico pratico di laboratorio di Chimica e Fisica all’istituto “Alcide De Gasperi” di Borgo Valsugana, in provincia di Trento, dove ha deciso di trasferirsi per la sua carriera.
Il secondo incarico, invece, è arrivato poco lontano, all’istituto “Maria Curie” di Pergine Valsugana, dove si è perfettamente integrato. Chissà che faccia avranno fatto i suoi alunni quando lo hanno visto entrare in classe la prima volta: un loro coetaneo che però si trovava dall’altra parte della “barricata”. E probabilmente più di un collega insegnante lo avrà scambiato per uno studente e gli avrà chiesto di uscire dall’aula professori.
Potrebbe apparire paradossale, perché nell’immaginario collettivo per fare l’insegnante c’è la necessità di avere una laurea e poi magari delle specializzazioni. Ma non è sempre così. Per fare l’insegnante come tecnico di laboratorio basta il diploma. Inoltre, la carenza di docenti al nord, sta spingendo a queste scelte, cioè di inserire giovanissimi anche solo con il diploma. Il 19enne sta insegnando ma non ha lasciato gli studi. Cammilleri infatti è iscritto al secondo anno di Scienze motorie e sportive. Giovanni fa parte di tutti i siciliani (e gli italiani) emigrati in cerca di lavoro per costruirsi un futuro che molto, troppo spesso, non si è in grado di realizzare nella propria terra. Ma questa è un’altra storia.