L’attivista delle Femen Iana Aleksandrovna Azhdanova, che durante la celebrazione del Natale aveva cercato di prendere il bambinello posto nel presepe di piazza San Pietro, è stata rimessa in libertà per ordine del Promotore di Giustizia vaticano. La donna era stata arrestata ma adesso, dopo la liberazione, le è stato impedito di accedere all’interno dello Stato della Città del Vaticano, nella basilica e in tutti altri luoghi extraterritoriali. A riferire la notizia è padre Federico Lombardi, che ha detto: “Il Promotore di Giustizia ha incontrato questa mattina la signora Iana Azhdanova. Ha convalidato l’arresto eseguito dalla Gendarmeria nel giorno di Natale per i reati che le erano stati contestati. Le accuse a carico della Azdanova erano “vilipendio, atti osceni in luogo pubblico e furto”.
E padre Federico Lombardi anche ieri aveva precisato che l’azione della donna è da ritenere abbastanza grave, soprattutto perché è stata fatta in un luogo e in circostanze particolari. Il suo gesto è risultato offensivo nei confronti dei sentimenti religiosi delle persone che assistevano alla celebrazione del Natale, e non è giustificabile. Prima di questo fatto altre tre donne facenti parte del gruppo Femen avevano eseguito atti simili, prendendo di mira la Santa Sede, ma è la prima volta che il Vaticano prende dei provvedimenti nei confronti di un’attivista del gruppo. Nonostante le proteste le Femen infatti in precedenza erano state fermate e consegnate dalla polizia italiana, come è accaduto anche nei fatti avvenuti il 14 novembre, sempre in piazza San Pietro. Il gesto della liberazione della donna è un atto di umanità verso l’attivista, ma l’imposizione stabilita dal pg vaticano vuole sottolineare come sia giusto stare alle regole e rispettare le volontà altrui.
Un altra persona attende ancora di essere interrogato dal magistrato, Marcello Di Finizio, l’imprenditore friulano che il 21 dicembre aveva cercato di salire sulla cupola della basilica di San Pietro. L’imprenditore aveva fatto questo gesto per ben quattro volte e resta ancora in detenzione in attesa di rispondere alle domande del gup. Manifestazioni e proteste che spesso non trovano motivo di condivisione e rimangono casi isolati, operati a volte da persone che agiscono d’impulso o per mettersi in mostra.