L’ex astronauta Paolo Nespoli racconta del tumore al cervello: "Non tornerò mai come prima"

L'ex astronauta Paolo Nespoli si racconta al Corriere della Sera parlando del tumore al cervello che lo ha colpito e delle difficoltà della cura che sta affrontando.

L’ex astronauta Paolo Nespoli racconta del tumore al cervello: "Non tornerò mai come prima"

Ci sono persone che, grazie alle imprese che compiono nel mondo, sono un vanto e un orgoglio per l’Italia intera. Dagli sportivi ai ballerini, ecc., sono persone straordinarie che hanno emozionato. Uno di questi è sicuramente Paolo Nespoli, ex astronauta di 64 anni, ora in pensione, che sta affrontando una battaglia molto più dura delle varie imprese nello spazio, ovvero quella contro un tumore al cervello che lo ha colpito un anno fa. Ecco come racconta la sua esperienza. 

È stato ed è tuttora un esempio e un grande vanto per l’Italia grazie alle sue imprese che tutti ricorderanno. In una intervista che esce oggi per il Corriere della Sera, Paolo Nespoli ha parlato della sua battaglia e del tumore al cervello. Oggi appare in pubblico, per a precisione a Torino, all’Italian Tech Week, dove per sua stessa ammissione appare in modo diverso. 

Infatti, le parole riguardo a questo momento fanno comprendere tutte le difficoltà e il dolore che prova: “Avevo sottovalutato la pesantezza delle cure”. Ovviamente si riferisce a tutti gli effetti collaterali della terapia che sta seguendo per uccidere il tumore al cervello che lo ha colpito nel mese di novembre dell’anno scorso. 

Il suo percorso ha inizio il 28 novembre dell’anno scorso quando gli hanno diagnosticato il linfoma B al cervello con i medici che gli hanno detto che c’erano delle buone probabilità per quanto riguarda la cura, anche se non hanno mai parlato di guarigione. In quel caso, lui ha deciso di fare tutto ciò che era necessario per provare a tornare a stare bene. 

Ha effettuato un autotrapianto di staminali all’Ospedale San Raffaele di Milano che è stato il punto più difficile della sua lotta al male. Soltanto oggi si rende conto che forse non tornerà come prima, anche se ci sono probabilità di rimettersi a posto, come racconta. Sente di stare per vedere la luce “per continuare a viaggiare, a fare le conferenze, a parlare con i ragazzi, a spronarli a fare l’impossibile. Vedo queste cose nel mio futuro”.

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