Lecco: Sonya Caleffi, l’infermiera killer tornerà libera a settembre

L'infermiera killer, Sonya Caleffi, accusata di aver ucciso ben cinque pazienti mentre esercitava la sua professione nell'ospedale Manzoni di Lecco, potrebbe essere scarcerata a settembre.

Lecco: Sonya Caleffi, l’infermiera killer tornerà libera a settembre

Sonya Caleffi l’infermiera killer che nel 2004 fu arrestata con l’accusa di aver ucciso ben cinque pazienti ricoverati nell’ospedale Manzoni di Lecco, potrebbe ritornare libera a settembre. A dare annuncio di questa decisione è stato Claudio Rea, avvocato della donna, che al quotidiano Il Giorno ha dichiarato: “Condannata al carcere fino al 2024 ha usufruito di tre anni di indulto e un anno di riduzione della pena ogni quattro di buona condotta”.

Dopo appena 14 anni di reclusione dunque Sonya sarà definitivamente una donna libera. L’accusa all’epoca chiese l’ergastolo in virtù del fatto che l’infermiera tentò altresì di uccidere due anziani ma fortunatamente questi riuscirono a salvarsi. Inutile dire che la notizia della scarcerazione dell’infermiera killer ha fatto subito scalpore soprattutto nelle famiglie vittime dei suoi terribili gesti.

La noncuranza ma soprattutto la superficialità con la quale la donna commise i delitti, scosse letteralmente l’Italia intera. La donna, fu arrestata all’epoca con l’accusa di aver iniettato aria nelle vene dei cinque pazienti provocandone la morte. Durante il processo, la donna si difese spiegando che le sue azioni erano state attuate non per la voglia di uccidere ma solamente per attirare l’attenzione e le benevolenze dei medici su di sé.

Nel 2006 finalmente la condanna a 20 anni di reclusione: il pg Piero De Petris richiese l’ergastolo ma fu purtroppo respinto dalla Corte. La vita in carcere per Sonya è comunque proseguita tanto da convolare a nozze, sempre dietro le sbarre, con un altro detenuto del carcere di Milano. Nella puntata di oggi mercoledi 11 giugno 2018, la trasmissione La Vita in Diretta si è occupata del suo caso intervistando altresì la nipote di una della vittime.

“La nonna non era né moribonda né incapace di intendere e di volere ma solo una donna anziana”, ha spiegato la nipote della vittima. La donna ricorda ancora oggi lo sguardo arido e freddo dell’infermiera e il momento esatto in cui, con quella siringa, ha messo fine alla vita di sua nonna: “Lei mi ha sfidata, guardandomi negli occhi”.

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