Una storia orribile, a cui si stenta anche a credere, arriva dalla provincia di Lecce, dove un 43enne avrebbe maltrattato la donna con cui conviveva e avrebbe abusato di una minore, figlia della donna. Da ieri questo soggetto si trova rinchiuso all’interno del carcere di “Borgo San Nicola” a Lecce. Terribile la vicenda ricostruita dall’autorità giudiziaria. L’uomo avrebbe proferito frasi ingiuriose nei confronti della convivente, arrivano anche a picchiarla brutalmente. “Ti faccio male senza che ti tocco e non mi faccio neanche un giorno di galera, ti devo fare impazzire, tu sei pazza, ti devi rinchiudere in un manicomio”– questo tipo di frasi erano rivolte alla donna.
La figlia di quest’ultima, di 13 anni, veniva invece trattata come “moglie bambina”. L’uomo costringeva madre e figlia a non parlarsi per nessuna ragione e a non intrattenere rapporti sociali neanche all’interno del nucleo famigliare. La minore doveva occuparsi delle faccende domestiche, mentre “compito” della moglie era quello di stare in silenzio e mangiare ciò che cucinava lui. La ragazzina aveva anche il dovere di accompagnarlo nelle sue uscite.
Gli abusi
Il 43enne avrebbe abusato sessualmente della 13enne. Le due donne alla fine hanno avuto il coraggio di scappare da quell’inferno trovando rifugio in una struttura ad hoc. I servizi sociali si sono attivati immediatamente segnalando la vicenda all’autorità giudiziaria, che ha intrapreso le dovute indagini.
Il 43enne, originario di San Pietro Vernotico, in provincia di Brindisi, è stato sottoposto ad indagini e quindi da qui sono emersi gli indizi di colpevolezza a suo carico. Le malcapitate sarebbero state prigioniere dal maggio 2020 fino al 16 novembre 2021. L’uomo vietava alle donne anche contatti telefonici.
Nell’estate del 2021 l’uomo sorprese madre e figlia a parlare in casa, e in questa occasione picchiò la minore arrivandola anche a minacciare con una spada. La minore, a causa di questa assurda situazione, pare non andasse neanche a scuola, per cui avrebbe perso un anno. Lunedì prossimo si terrà l’interrogatorio di garanzia nei confronti dell’indagato. La ragazzina nel frattempo è tornata a scuola grazie ai servizi sociali e ad una educatrice avrebbe riferito particolari ancora più agghiaccianti: il patrigno avrebbe messo delle microcamere in casa per spiare i loro movimenti.