Lecce, le confessioni del killer Antonio De Marco: "Avrei continuato ad uccidere se non mi avessero preso"

Dal carcere leccese nel quale è rinchiuso, Antonio De Marco, l'uccisore dei due fidanzati di Lecce, continua a a scrivere lettere dal contenuto agghiacciante.

Lecce, le confessioni del killer Antonio De Marco: "Avrei continuato ad uccidere se non mi avessero preso"

Antonio De Marco, ex infermiere, 21enne, è il l’omicida reo confesso dei due fidanzati di Lecce, Daniele De Santis e Eleonora Manta, uccisi con oltre 70 coltellate in un condominio di via Montello, a Lecce, il 21 settembre 2020.

Dal carcere di Borgo San Nicola, nel suo primo mese di isolamento, il killer ha scritto 25 lettere, dal contenuto davvero agghiacciante che, insieme e mail, diari, romanzi, finiranno nelle oltre 1200 pagine del fascicolo del processo che prenderà il via il 18 febbraio, davanti alla Corte di Assise. 

Il contenuto delle lettere

In una di queste lettere, si legge: “ Una parte di me è felice di quelle 60 coltellate. Avrei continuato a uccidere se non mi avessero preso”. Molti estratti, quelli più forti, sono riportati sul Quotidiano di Puglia: “La cosa peggiore è che sento che se fossi all’esterno il mio impulso di uccidere sarebbe ritornato, sarei scoppiato a piangere, mi sarei arrabbiato, avrei fantasticato su come uccidere qualcuno e poi sarei andato all’Eurospin a comprare patatine e schifezze varie. E’ facile per me uccidere, è facile”

In una di queste lettere dice di aver ucciso Daniele ed Eleonora perchè voleva vendicarsi, interrogandosi sul perchè la sua vita debba essere così triste mentre quella degli altri così allegra.La polizia penitenziaria ha sequestrato le lettere conservate e quelle cestinate dal 21enne di Casarano, dopo aver scoperto del tentativo di far arrivare una missiva ad una delle due studentesse del corso di scienze infermieristiche con cui aveva stretto amicizia.

 La scrittura in carcere del De Marco è tutta dedicata all’analisi, spesso molto ambigua e contradditoria, di se stesso, del suo dramma, del dolore che ha seminato, forse ancora senza alcun reale pentimento.Basta leggere il primo foglio, in cui richiama il personaggio Heathcliff del romanzo “Cime tempestose” e il foglio 19, in cui quella lettera lo proietta nella sera in cui ha ammazzato i due fidanzati, colpevoli solo di essere felici.

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