Un episodio insolito e curioso ha avuto luogo a Casarano, un paese di circa 20.000 abitanti in provincia di Lecce, dove un ex carrozziere in pensione è stato denunciato per contraffazione di certificati amministrativi e utilizzo illecito di impronte dello Stato. L’uomo, forte di una lunga esperienza nel riparare automobili, ha deciso di sfruttare le sue competenze in maniera illegale: ha “clonato” l’auto di famiglia, cercando di evitare così il pagamento dell’assicurazione. A incastrarlo è stata una serie di controlli effettuati dalla Guardia di Finanza, che ha smascherato il complesso stratagemma.
Gli inquirenti hanno scoperto che nel piccolo comune salentino circolava una Fiat Punto clone di un’altra vettura identica, appartenente allo stesso nucleo familiare. Il veicolo clonato era dello stesso modello, serie, colore e con targhe apparentemente identiche a quelle dell’auto originale, compresa la polizza assicurativa. Tuttavia, le verifiche più approfondite hanno permesso di individuare le differenze che hanno portato alla scoperta della truffa.
L’auto clonica era dotata di targhe in vetroresina, una copia ben realizzata ma irregolare. Inoltre, mancavano le targhette identificative nel vano motore, e il telaio presentava segni evidenti di ribattitura, un indicatore chiaro di alterazione. Questi dettagli tecnici hanno insospettito gli agenti, che hanno approfondito ulteriormente le indagini.
Secondo la ricostruzione degli investigatori, il pensionato avrebbe acquistato l’auto da un demolitore, probabilmente a un prezzo molto ridotto. Successivamente, ha utilizzato la sua esperienza come carrozziere per riverniciare il veicolo e apportare modifiche tecniche che lo rendessero praticamente indistinguibile dall’originale. Questa abilità, maturata durante una vita di lavoro in officina, gli ha permesso di replicare con precisione l’aspetto della vettura originale.
Tuttavia, il piano non si limitava solo a questo. Il pensionato ha anche creato targhe contraffatte e aggirato le procedure di identificazione del veicolo, in modo da evitare il pagamento della seconda assicurazione. In teoria, questo schema poteva essere replicato su larga scala, potenzialmente aprendo la strada a un sistema organizzato di clonazione di automobili.