Lecce, anziano bruciato vivo in casa: il figlio confessa

Il figlio, che ha chiamato i soccorsi e si è detto estraneo ai fatti in un primo momento, ha confessato: è stato lui a bruciare vivo l'anziano al culmine di un litigio tra i due.

Lecce, anziano bruciato vivo in casa: il figlio confessa

Erano circa le 17 del pomeriggio di ieri, mercoledì 29 maggio, quando al 112 è arrivata una telefonata fatta da un 48enne di Collepasso, in provincia di Lecce, in cui allertava i soccorsi riguardo una terribile tragedia avvenuta a casa del padre. Quando una pattuglia si è diretta nello stabile di via Luigi Sturzo, si sono trovati di fronte ad una scena agghiacciante che non ha lasciato spazio ad equivoci: l’anziano padre del 48enne era stato ucciso.

Antonio Leo è la vittima di 89 anni che è stata rinvenuta presso il bagno della sua abitazione con il corpo in buona parte carbonizzato. Stando alle prime ricostruzioni fatte dai carabinieri del nucleo operativo e radiomobile di Casarano, giunti successivamente insieme al nucleo investigativo di Lecce e della sezione investigazioni scientifiche, è stato possibile affermare che la morte di Leo è avvenuta proprio per le ustioni riportate, dopo essere stato cosparso di alcol e arso vivo.

L’arresto del figlio

L’insegnante in pensione, ucciso il pomeriggio scorso, viveva da solo nell’appartamento di Collepasso, vedovo da circa anno, mentre la figlia abita a Roma, dove lavora come psicologa, ed il figlio – titolare di un’agenzia immobiliare – vive nello stesso stabile. Una situazione all’apparenza normale e senza problemi eppure, dopo che Vittorio Leo è stato condotto in caserma ed interrogato come unico testimone, è arrivata la terribile confessione.

Da quanto è stato raccontato dal figlio stesso, i due uomini hanno avuto un litigio che è sfociato poi nell’omicidio dell’anziano padre.

È stato Vittorio Leo quindi a cospargere il corpo dell’89enne di alcol per poi bruciarlo vivo all’interno del bagno, ed infine a chiamare i soccorsi fingendo di aver appena rinvenuto il corpo. Non è ancora chiaro se la chiamata sia stata fatta subito dopo l’omicidio, oppure a distanza di ore. Il 48enne, all’alba di oggi, è stato condotto dalla caserma al penitenziario di Borgo San Nicola, a Lecce.

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