Lea Garofalo, vittima di femminicidio e di ‘Ndrangheta

Una storia di femminicidio e di n'drangheta calabrese quella di Lea Garofalo, la testimone di giustizia sciolta nell'acido dall'ex compagno Carlo Cosco.

Lea Garofalo, vittima di femminicidio e di ‘Ndrangheta

Una fiaccolata a Milano commemora la coraggiosa e fiera Lea Garofalo, uccisa dall’ex compagno Carlo Cosco, secondo la verità processuale. Le motivazioni del femminicidio si fanno risalire a due filoni: il primo riguarda le minacce della donna all’uomo, ventilando la decisione di non fargli più vedere la figlia Denise, e il secondo riguarda la denuncia della donna proprio contro l’ex compagno e la sua famiglia di origine, a causa dei legami con la ‘Ndrangheta calabrese.

Una vicenda complicata che ha mietuto diverse vittime, tra cui Denise, la ragazza costretta a crescere senza una madre, uccisa brutalmente, e senza un padre, attualmente in carcere, condannato alla pena dell’ergastolo. Lea Garofalo, morta a Milano all’età di 35 anni, coltivava il sogno di andare via da Petilia Policastro, città in provincia di Crotone, dove era nata e dove era vissuta a contatto con un ambiente familiare malavitoso, orfana di padre a soli 9 mesi e protagonista di una storia sentimentale con un uomo violento.

Floriano Garofalo, fratello di Lea, era stato ucciso nell’ambito di una faida fra i Garofalo e i Cosco, famiglia dell’ex convivente della donna, da cui a soli 17 anni, aveva avuto la piccola Denise. Dal 2002 al 2006, Lea Garofalo, diventa collaboratrice di giustizia rassicurata dalle tutele previste dalla legge, ma revocate nel 2006.

Fu proprio Denise, la figlia diciottenne di Lea e Carlo, a salvarla da un primo agguato a Campobasso e a denunciarne la scomparsa nel 2009, quando vennero ritrovate le ossa in via Marelli alla periferia di Monza, per cui vennero condannati all’ergastolo Carlo Cosco, Vito Cosco, Massimo Sabatino e Rosario Curcio. Mentre la Corte d’Assise d’Appello di Milano pronunciò l’assoluzione per Giuseppe Cosco, riabilitato dal collaboratore di giustizia Carmine Venturino, ex fidanzato della stessa Denise.

Uno scempio disumano, quello compiuto sul corpo di Lea Garofalo, strangolata e lasciata bruciare per tre giorni, e che introduce la giornata del 25 novembre, ovvero la Giornata internazionale contro la violenza sulle donne, che purtroppo si continua a perpetrare.

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