Ci sono vite fuori dal comune, che non fanno tanto clamore perchè vissute spesso nell’anonimato. Una di queste è quella del dottor Momcilo Jankovic, che malgrado la sua riservatezza, è diventata di dominio pubblico, commuovendo il web. Ma cosa ha fatto di così particolare questo dottore dell’ospedale di Monza?
La storia che ci apprestiamo a raccontare ricorda per molti aspetti quella del protagonista del film Patch Adams, interpretato da uno straordianario Robin Williams. Un medico che si maschera come un clown per rallegrare i piccoli pazienti del suo reparto. Ecco Jankovinc, classe 1952, è un Patch Adams 2.0, un medico che arrivato all’età della pensione, ha preferito ai viaggi la permanenza in corsia con i suoi giovani pazienti.
Una cosa non semplice, perchè la miope burocrazia imponeva – considerati i limiti di età e di anzianità di servizio – la restituzione del cartellino. Ma la sorte ha voluto aiutare questo bravo medico. Infatti, proprio nell’ospedale di Monza, dove teneva servizio il valoroso medico, si trova la sede della Fondazione Verga, che ha subito inserito il professionista nel suo organico.
“Per i bimbi malati di leucemia la comunicazione è una cosa importante” dice il medico, aggiungendo “quando un bimbo di 6 anni ti dice che lui andrà in un posto dove nessuno di noi potrà seguirlo, tu devi aiutarlo a creare un ponte con la vita“. Ma come si fa a dare speranza a chi si ritrova in condizioni disperate? Tanti anni fa, anche al professista fu diagnosticata una brutta forma tumorale ad un occhio: una diagnosi comunicata sulle scale dell’ospedale con parole brevi, precise, concise ed incise che non hanno lasciato spazio se non ad un sentimento: la paura.
Ecco perchè, forte della sua personale esperienza, Jankovic sa che la buona comunicazione e il senso di normalità sono due delle cose da fare per elevarsi ai più puri sentimenti di questi giovani pazienti. Il sostegno è indispensabile per chi sente di non avere più speranza. “Se un paziente sta lottando tra la vita e la morte, tu devi stare al suo fianco e lottare insieme a lui” strappandogli, se è possibile anche un sorriso.