“Ero uscita a fare una passeggiata, erano le 21,10 e questi ragazzi mi sono venuti incontro e hanno cominciato a insultarmi. ‘Trans di merda’. ‘Fai schifo’. ‘Mezzo uomo e mezza donna’. ‘A quanto la fai una pompa’”. Questo è quello che ha raccontato Aurora, la giovane transessuale aggredita due giorni fa ad Aprilia, un piccolo centro del Lazio. Aurora ha 22 anni e studia presso l’Accademia delle Belle Arti e abita in un palazzo situato in un quartiere difficile di Aprilia affianco alle case popolari del paese.
Ad attaccare la ragazza è stata una banda di cinque ragazzini sui 14 o 15 anni del posto. Ai primi insulti Aurora ha risposto “Ma cosa risolvete a prendermi per il culo? Vi sentite realizzati e soddisfatti?”, e ha cercato di proseguire. A quel punto, però, due dei ragazzini le si sono parati davanti e uno le ha sputato addosso, l’altro ha estratto un coltello dicendole “Che fai la sveglia?”. La giovane transessuale dice di essere ormai abituata a ricevere insulti, visto che anche a scuola ha dovuto combattere contro i soliti bulli che la schernivano per la sua scelta di vita, soprattutto a partire da un anno fa, quando ha cominciato la transizione vera e propria.
Di fronte al coltello estratto dal ragazzino, però, Aurora si è spaventata e ha cominciato a correre. Tre dei ragazzini, a questo punto, l’hanno inseguita mentre lei correva terrorizzata verso casa nella speranza di trovare uno dei molti cancelli che permettono l’accesso al suo palazzo aperto; non avrebbe mai avuto il tempo di cercare le chiavi e aprire il cancello da sola, infatti, e temeva che avrebbero cercato di ucciderla.
Una volta trovato il cancello aperto, Aurora è entrata e l’ha richiuso proprio in faccia ai suoi inseguitori che continuavano ad insultarla solamente per il fatto di essere transessuale. Dopo l’accaduto, Aurora ha pubblicato un video su Youtube per raccontare la sua terribile esperienza, e sui social è subito stato creato l’hashtag #iostoconaurora, nato per supportare la giovane transessuale che, come dice lei stessa, ora non vede l’ora di finire l’Accademia delle Belle Arti e trasferirsi altrove.