Il Teatro La Fenice di Venezia è al centro di una controversia interna che rischia di avere ripercussioni significative sul mondo della cultura e sulla reputazione internazionale dell’istituzione. Il 26 settembre 2025, le maestranze del teatro hanno proclamato lo “stato di agitazione permanente”, annunciando che si riservano di intraprendere ogni azione sindacale necessaria, compresi scioperi, manifestazioni e sit-in, per difendere la professionalità dei propri artisti e il rispetto delle regole democratiche nella gestione della Fondazione.
Il nodo della discordia riguarda la recente nomina di Beatrice Venezi a direttore musicale del teatro, avvenuta secondo i lavoratori con modalità e tempistiche che, a loro giudizio, hanno calpestato i principi di confronto e trasparenza. La Rsu ha sottolineato che l’assemblea generale dei lavoratori ha espresso unanime solidarietà alla presa di posizione pubblica dei professori d’orchestra, annunciata il 25 settembre, ritenendo che la nomina in questione comprometta la qualità artistica e il prestigio del teatro.
Secondo quanto emerge dalla nota della Rsu, il curriculum di Venezi non risulterebbe comparabile con quello dei direttori musicali stabili che si sono succeduti sul podio della Fenice negli anni. Le maestranze chiedono dunque al sovrintendente, al Consiglio di indirizzo e al sindaco di assumersi pienamente le proprie responsabilità di fronte ai lavoratori, alla città e alla comunità culturale internazionale.
L’orchestra del Teatro La Fenice ha formalizzato la propria contrarietà mediante una lettera inviata al sovrintendente Nicola Colabianchi, evidenziando le conseguenze immediate della nomina.
Solo ventiquattro ore dopo l’annuncio, si sarebbero registrate disdette da parte di abbonati storici, un danno che non riguarda soltanto l’aspetto economico ma mette in discussione anche l’immagine e la credibilità del teatro. Gli orchestrali ritengono inaccettabile sacrificare la fiducia di un pubblico fedele, costruita nel tempo e attraverso anni di difficoltà, per una scelta che, secondo loro, non garantisce qualità artistica né prestigio internazionale.
La lettera sottolinea inoltre come il rapporto di fiducia tra l’orchestra e il sovrintendente appaia ormai compromesso: gli orchestrali non riconoscono in Beatrice Venezi la guida adatta per condurre il teatro in questa fase delicata. La mobilitazione del personale segnala quindi una fase di forte tensione interna, con possibili ripercussioni sulla programmazione e sulla gestione operativa del teatro veneziano, fino a potenziali scioperi o altre azioni di protesta organizzate dalle maestranze.