Lampedusa: tunisini in sciopero della fame per detenzione arbitraria, cibo scadente, negazione diritto d’asilo

Circa 200 tunisini, ospiti nell’Hotspot di Lampedusa, sono in sciopero della fame, chiedono libertà di movimento come gli europei. Arci ed Ftdes chiedono di mettere fine alle espulsioni collettive illegittimamente sancite dagli accordi italo-tunisini.

Lampedusa: tunisini in sciopero della fame per detenzione arbitraria, cibo scadente, negazione diritto d’asilo

Duecento tunisini, residenti nell’hotspot di Lampedusa, sono in sciopero della fame da diversi giorni: l’Arci nazionale e il Forum Tunisino dei diritti economici e sociali Ftdes – afferma che la protesta si è innalzata per opporsi alla detenzione arbitraria, alle espulsioni di massa, alla negazione del diritto d’asilo. Affermano che tali violazioni avvengono nonostante la sentenza della Corte Europea dei Diritti dell’Uomo: la stessa ha condannato lo Stato italiano a un risarcimento di 30mila euro per il trattamento riservato a tre tunisini reclusi nell’hotspot di Lampedusa.

La Corte Europea definì le condizioni di detenzione ignobilmente degradanti per la dignità umana: venne chiesta immediatamente la liberazione dei trattenuti eludendo la convalida di legge. Le ong chiedono che ai migranti venga riconosciuto il diritto ad essere informati sulla possibilità di accedere alla richiesta d’asilo e sulla possibilità di incontrare enti di tutela indipendenti.

Ci appelliamo alle persone libere che difendono l’esistenza di un altro mondo dove prevalgano i valori universali e la solidarietà, affinché ci sostengano. Perché mentre il vostro denaro e le vostre merci circolano liberamente nei nostri paesi d’origine, voi state imprigionando i nostri sogni dietro le vostre mura” riporta il proclama dei tunisini.

Arci ed Ftdes chiedono di mettere fine alle espulsioni collettive illegittimamente sancite dagli accordi italo-tunisini e che venga resa nota l’intesa tecnica con la Tunisia in merito ai respingimenti in mare. I tunisini denunciano di essere alloggiati in condizioni umanitarie insostenibili sotto perenne minaccia d’espulsione.

I profughi affermano che questa disposizione è in contraddizione con le convenzioni internazionali che garantiscono la libertà di movimento, aggiungendo che gli accordi bilaterali tra Italia e Tunisia privilegiano la sicurezza delle frontiere ledendo i diritti universali dell’uomo. I migranti tunisini si dicono orgogliosi del nostro paese e del nostro popolo ma desiderano la libertà di movimento come i nostri coetanei europei.

Il fallimento delle politiche economiche e sociali, la mancanza di prospettive, e di meccanismi di migrazione regolare, dicono i tunisini, li hanno spinti a scegliere la rotta del Mediterraneo, l’imbarco sui gommoni. Il numero di migranti giunti in Italia dal primo d’ottobre ammonta a 5.889 persone, 4.500 sono tunisini.

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