L’ambasciatore russo riceve stangata di 18mila euro per visite alla moglie

Otto visite di specialisti, analisi, tac, risonanze magnetiche in un giorno per verificare le cause del mal di pancia della moglie dell'ambasciatore russo. Il diplomatico denuncia il caso all’Ordine dei medici

L’ambasciatore russo riceve stangata di 18mila euro per visite alla moglie

La vicenda della moglie dell’ambasciatore russo in Italia ha fatto scalpore per la trafila che ha seguito e per l’epilogo che ha avuto. Ma andiamo per ordine: la signora ha avuto bisogno di ricorrere alla sanità italiana e ha fatto una serie di esami nel giro di ventiquattr’ore, tra cui tac, risonanze e gastroscopie e ben otto visite di specialisti. Tutto in una clinica romana che alla fine per fortuna le ha dato un esito positivo, nel senso che la signora non soffriva di patologie particolari. Quello che invece ha destato sdegno è stata la parcella richiesta per tutte le analisi: 18mila euro, per l’esattezza.

La vicenda singolare della signora comincia con un semplice mal di pancia, a cui sono seguite tutte le analisi per verificarne la causa. L’ambasciatore russo, un po’ indignato per la cifra richiesta, ma che ha saldato correttamente, ha fatto un appunto al presidente dell’Ordine dei medici di Roma e gli ha chiesto:“È normale quello che è successo?”. L’uomo ha anche inviato una lettera al ministero della Salute, ma il tono diplomatico e conciliante dell’ambasciatore a quanto pare ha fatto infuriare il ministro Beatrice Lorenzin.

A questo punto parte un controllo dei Nas, che l’altro ieri sono stati inviati per un sopralluogo nella clinica Pio XI sulla via Aurelia, la stessa che ha richiesto l’esosa cifra all’ambasciatore, che ha anche aggiunto: “La casa di cura ci riferisce che non esiste alcun rapporto economico tra la stessa e i vari professionisti, che si limitano a pagare unicamente il costo dell’affitto dei locali”.

Da un controllo sulle fatture emesse è stata accertata la buona fede del diplomatico, e infatti ogni medico ha firmato la sua fattura mentre la clinica ha chiesto un compenso per la degenza e gli esami. Dalle fatture i prezzi non risultano molto alti e alcune voci riportate riportano addirittura cifre irrisorie rispetto al compenso finale chiesto all’ambasciatore. Saranno ulteriori controlli a chiarire questa incredibile vicenda, che è saltata alla cronaca perché ovviamente si tratta di un funzionario pubblico, ma chissà quanti casi di parcelle esagerate sono state emesse da altri strutture senza che il ministero stesso ne venga a conoscenza.

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