L’Agcom vuole censurare l’informazione sulla rete con la scusa dell’odio

L'agenzia per le comunicazioni avverte: scrivere una notizia di cronaca che metta in cattiva luce un gruppo sociale si può incorrere in denunce penali e multe salate.

L’Agcom vuole censurare l’informazione sulla rete con la scusa dell’odio

Il garante per le comunicazioni, l’Agcom, ha tracciato un limite all’informazioni sulla rete. Un limite che non si può oltrepassare quando si parla di determinate categorie, come per esempio le donne, gli omosessuali, gli immigrati, i rom, le persone di colore o i gruppi religiosi non cattolici, poiché si rischiano denunce penali e sanzioni salate nel caso in cui l’articolo generi odio contro queste categorie.

Fin qui tutto giusto. Il guaio, però, è che nel mirino del garante sono finiti anche i contenuti di cronaca che possono portare a “pericolose generalizzazioni”, come nel caso di episodi che possono riguardare gli stranieri, gli omosessuali, le minoranze religiose, o i rom.

Per esempio, se un marocchino commette un attentato terroristico, facendo strage di civili, mettere l’accento sulla sua nazionalità può portare all’ostilità verso tutti i marocchini. Se un omosessuale contagia con l’Aids altre persone con cui ha avuto rapporti sessuali non protetti, evidenziarne l’orientamento sessuale può condurre all’avversione contro il mondo LGBT.

A sorvegliare il flusso di informazioni che scorre sulla rete sarà la stessa Agcom. Ma, poiché l’istituto per le comunicazioni non potrà controllare tutto per ovvie ragioni, allora si baserà anche sulle denunce di associazioni e organizzazioni rappresentative. In altre parole, un gruppo etnico, sociale o religioso, può denunciarvi solo perché, con una semplice notizia di cronaca, li avete messi in cattiva luce.

Il pericolo, secondo i garanti dell’informazione, è quello di una censura preventiva su ogni notizia pubblicata sulla rete, in quanto ogni categoria si sentirà subito chiamata in causa. E così l’associazione che difende i gay vedrà ovunque un attacco ai gay, le associazioni che difendono gli islamici vedranno ovunque un attacco agli islamici. In una paranoia collettiva che sembra proprio voler imbavagliare l’informazione sulla rete.

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