Nel cuore del Servizio Sanitario Nazionale italiano, spesso considerato uno dei pilastri fondamentali del paese, emergono storie di disuguaglianze che sollevano interrogativi sulla reale accessibilità alle cure mediche. Il caso emblematico del signor Salvatore (il cui cognome è stato omesso per rispettare la sua privacy) getta luce sulla disparità di trattamento che i pazienti possono sperimentare all’interno della struttura pubblica.
Il signor Salvatore, preoccupato per la sua salute, si è rivolto al call center della Regione Friuli Venezia Giulia per prenotare una tomografia ottica, su indicazione del suo medico curante. La risposta che ha ricevuto inizialmente è stata sconcertante: non era possibile prenotare questo esame in nessuna delle strutture sanitarie della provincia di Pordenone, e se avesse accettato di farlo nella provincia di Udine, avrebbe dovuto attendere fino al 2025. In altre parole, due anni di attesa.
Tuttavia, il signor Salvatore, mosso dalla determinazione di non accettare un tale scadente servizio, ha deciso di agire. Ha contattato nuovamente il call center, questa volta selezionando l’opzione relativa alle prestazioni sanitarie in regime di libera professione. Sorprendentemente, è stato informato che due date erano disponibili entro soli due giorni lavorativi. Un paradosso che solleva domande fondamentali sull’equità del sistema sanitario.
La questione non si limita al singolo caso del signor Salvatore ma solleva una problematica più ampia. Questa disparità di trattamento non riguarda solo coloro che possono permettersi di rivolgersi a strutture sanitarie private, sempre più numerose sul territorio. Il signor Salvatore commenta: “Nella fattispecie, l’Ospedale Civile di Pordenone disattende completamente la richiesta di un cittadino che vuole accedere ai suoi servizi mediante la semplice prescrizione medica, non garantendo quei livelli essenziali di assistenza che dovrebbero essere alla base del Servizio Sanitario Nazionale“.
La sua lettera alla Procura della Repubblica denuncia una situazione in cui la struttura sanitaria pubblica sembra discriminare i pazienti, offrendo una determinata prestazione solo a chi può permettersi di pagare. Coloro che non hanno la capacità economica per prevedere queste spese rimangono esclusi dalla cura, un’ingiustizia che contraddice lo spirito fondamentale del Servizio Sanitario Nazionale.
In un momento in cui la salute dei cittadini è una priorità, è essenziale che il sistema sanitario pubblico garantisca un accesso equo e tempestivo alle cure mediche. Il caso del signor Salvatore mette in luce la necessità di affrontare e risolvere le disuguaglianze esistenti nel sistema, affinché ogni cittadino possa ricevere la giusta assistenza quando ne ha bisogno, indipendentemente dalla propria situazione economica.