La tragedia del piccolo Samuele di Napoli gettato dal balcone

Ha confessato Mariano Cannio l'assassino del piccolo Samuele che ha raccontato di quella mattina, di avere preso in braccio il bambino e di averlo visto volare nel vuoto.

La tragedia del piccolo Samuele di Napoli gettato dal balcone

Mai nessuna madre dovrebbe subire la perdita di un figlio, per giunta piccolo di soli 4 anni. Mai nessuna madre dovrebbe essere costretta a piangere la morte del figlio per mano di una persona conosciuta, fidata, che entrava a casa, che aveva conquistato la fiducia della famiglia ed aiutava a pulire, e governare la casa. Mai avrà pace questa madre sapendo che lei ha fatto entrare in casa l’assassino del figlio.

Il Rione Sanità di Napoli è sconvolto da questa tragedia, il piccolo Samuele era un visino conosciuto nel quartiere, ma ancora di più quella del suo Carnefice che nel quartiere aveva trovato tante famiglie che fidandosi di lui si avvalevano del suo aiuto in casa, aveva l’agenda piena di appuntamenti per aiutare le mamme nelle faccende quotidiane di casa, un tipo preciso e scrupolo aveva l’agenda sempre piena di appuntamenti. Tutti lo conoscevano come un tipo tranquillo e nessuno lo aveva giudicato male nonostante si sapesse delle sue cure psichiatriche.

Il movente per un gesto tanto assurdo quanto doloroso resta avvolto nel mistero, da ricercare forse nei demoni di Mariano, che hanno permesso che tutto ciò si avverasse, quanto dolore per la famiglia del piccolo Samuele.

Niente nel mondo di Mariano Cannio avrebbe mai potuto far pensare ad un gesto disumano ed inspiegabile come quello di cui è accusato e per il quale ha già confessato.

Queste le parole della sua confessione: “Ad un tratto l’ho preso in braccio e sono uscito fuori al balcone …. giunto all’esterno con il bambino tra le braccia mi sono sporto e ho lasciato cadere il piccolo. Ho immediatamente udito delle urla provenire dal basso e mi sono spaventato consapevole di essere la causa di quello che stava accadendo…” ed ha anche aggiunto: “Sono fuggito a casa e sono andato a mangiare una pizza nella Sanità”.

Nel quartiere Sanità, ed in tutta Napoli la gente incredula non vuole commentare l’accaduto se non per chiedere a gran voce che giustizia sia fatta, che l’assassino sia punito con una pena esemplare nonostante la sua dichiarata, ancora non accertata, malattia mentale.

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