La sfrattano a 91 anni, il suo appello: "Lasciatemi morire a casa mia"

Ha fatto scalpore la storia di Mirella Casanica, 91enne residente a Roma: l'anziana verrà sfrattata il prossimo 27 novembre, ma il figlio ha lanciato un appello ai nuovi proprietari: "Vuole morire nella casa dov'è nata".

La sfrattano a 91 anni, il suo appello: "Lasciatemi morire a casa mia"

Una casa al giorno d’oggi è molto più che la soddisfazione del semplice bisogno fondamentale di trovare un rifugio, è una sorta di estensione di noi stessi. Più tempo trascorriamo tra le sue mura infatti e più essa ci assomiglia, ci riflette, ci appartiene intimamente. Ed è proprio per questa ragione che Mirella Casanica, classe 1925, è inconsolabile da quando ha ricevuto l’ultimo avviso di sfratto.

L’anziana infatti abita in un appartamento situato all’indirizzo via Alessandro Volta nel rione Testaccio di Roma sin da quand’è nata, e quella casa è sempre stata “sua”, il suo “posto speciale” nel mondo. Ma tra meno di un mese, a 91 anni compiuti, Mirella potrebbe essere sfrattata. I nuovi proprietari dell’appartamento, una Srl locale, hanno infatti deciso di non concederle di rimanere.

L’ufficiale giudiziario ha avvisato ieri l’anziana che verrà a sfrattarla il prossimo 27 novembre se lei non dovesse andarsene di sua spontanea volontà, ma nel frattempo il giudice ha concesso a Mirella tempo fino al prossimo 9 gennaio per fare le valigie ed andarsene. Peccato però che l’anziana non abbia alcuna intenzione di abbandonare quell’appartamento che l’ha vista nascere, e che ha sempre accompagnato ogni singolo passo della sua vita.

A lanciare l’appello affinché alla 91enne venga risparmiato lo sfratto è stato il figlio Stefano, il quale ha spiegato che: “Mamma vuole solo morire a Testaccio, chiede solo che le venga dato un tetto qui, nel suo quartiere, dov’è nata e cresciuta“. Mirella è molto conosciuta nel rione per le sue battaglie sociali (la prima scuola media a Testaccio aprì anche grazie al suo impegno), combatté a lungo contro lo spaccio di droga ed il degrado e ricoprì il grado di presidente del centro anziani, diventando poi coordinatrice municipale.

Ma ora che il suo tempo è ormai quasi giunto al termine, l’ultimo desiderio di Mirella è quello di morire nel suo quartiere, in quel luogo in nome del quale lei stessa ha trascorso oltre novant’anni della sua vita, nel tentativo di renderlo sempre più vivibile per sé e per gli altri. Così ieri mattina, sotto il suo appartamento, è stato organizzato un picchetto da parte dei residenti della zona per protestare contro lo sfratto.

Portarla fuori da qui equivale a trasferirla all’estero – ha continuato Stefano – Per quanto sia in salute, non so se potrebbe sopravvivere“. Alla battaglia di Mirella hanno partecipato persino alcuni consiglieri comunali, i quali hanno reso noto che “Lo sfratto dovrebbe essere funzionale ad aprire l’ennesimo bed & breakfast nel centro storico“. Ed è già partito l’appello a Virginia Raggi anziché si adoperi in prima persona, per porre un freno alla “frenesia speculativa che sta portando allo snaturamento del centro storico, e sta lasciando per strada intere famiglie” romane.

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