La vicenda che coinvolge Clementina Fumo e Maurizio Ansaloni, emersa dopo oltre due anni, ha finalmente portato chiarezza su un caso che aveva lasciato molti dubbi. La donna, originaria di Gioia Tauro, è ora sotto indagine per quanto accaduto al suo compagno, Maurizio Ansaloni, in circostanze che inizialmente erano state considerate naturali.
Nel gennaio del 2023 Clementina ha chiamato i soccorsi riferendo di un malore improvviso che aveva colpito Maurizio. Il personale sanitario, giunto sul posto, ha però constatato che l’uomo non era più in vita. La versione ufficiale attribuiva il decesso a cause naturali, senza sospetti immediati, chiudendo così la vicenda.
Le successive indagini, coordinate dalla Procura di Palmi e condotte dai carabinieri di Reggio Calabria, hanno però evidenziato elementi che non coincidevano con la versione iniziale. Le dichiarazioni di Clementina si sono rivelate poco coerenti e il suo comportamento nelle ore successive all’evento ha destato sospetti, soprattutto per il ritardo nella chiamata ai soccorsi.
Attraverso sopralluoghi, testimonianze e accertamenti medico-legali, è emerso che non si trattava di un evento naturale, ma di un episodio avvenuto nell’ambito domestico che ha portato al peggioramento delle condizioni di Maurizio Ansaloni. L’autopsia, in particolare, ha escluso cause accidentali o naturali, indicando che la causa reale è da ricercare in una limitazione delle funzioni respiratorie, circostanza incompatibile con la versione iniziale.
I due conviventi non avevano figli e vivevano con la madre di Maurizio, una persona anziana poi collocata in una struttura sanitaria su decisione dei servizi sociali poco prima dell’accaduto. I vicini riferiscono di frequenti discussioni tra Clementina e Maurizio, anche per motivi di poco conto, che contribuivano a creare un clima di crescente tensione. Il procuratore di Palmi, Emanuele Crescenti, ha definito il caso come un episodio che rientra nella categoria del cosiddetto “maschicidio”, termine usato per indicare situazioni in cui uomini subiscono gravi conseguenze all’interno di relazioni con partner femminili. Grazie agli elementi raccolti, la Procura ha ottenuto un’ordinanza che ha disposto provvedimenti restrittivi per la donna.