La regola di una scuola di Pordenone: "Chi rompe e sporca, aggiusta e pulisce"

La scuola superiore "Mattiussi" di Pordenone ha introdotto nel suo regolamento un approccio innovativo alla gestione dei danni causati da studenti a suppellettili, arredi o attrezzature scolastiche.

La regola di una scuola di Pordenone: "Chi rompe e sporca, aggiusta e pulisce"

In un’era dove l’educazione va oltre i confini del sapere accademico, emergono metodologie educative innovative volte alla formazione integrale dell’individuo. Un esempio concreto di questo approccio si osserva nel regolamento della scuola superiore “Mattiussi” di Pordenone, dove gli studenti imparano il significato di responsabilità e rispetto per il bene comune in modo pragmatico e diretto.

Il regolamento d’istituto incorpora una disposizione che trascende il tradizionale sistema punitivo, orientandosi verso un approccio costruttivo e educativo: qualora studenti si rendano responsabili di danni alle suppellettili, agli arredi, o ad attrezzature varie dell’istituto, avranno l’opportunità, ove possibile, di risarcire il danno attraverso attività di pulizia, riordino o riparazione, sotto la supervisione del personale scolastico. Questa pratica non solo punta al risarcimento del danno materiale ma mira principalmente a inculcare nei giovani la consapevolezza delle proprie azioni e il rispetto per l’ambiente condiviso.

La dirigente scolastica, Alessandra Rosset, sottolinea la semplicità e l’efficacia di questo approccio, rivelando come l’applicazione di tale normativa abbia trovato un’accoglienza positiva tra le famiglie. Queste ultime apprezzano l’opportunità di trasmettere un messaggio significativo ai loro figli, che attraverso l’esperienza diretta imparano a valorizzare il lavoro e a comprendere l’impatto delle proprie azioni.

La realtà del Mattiussi dimostra come, spesso, le sanzioni tradizionali nel contesto scolastico siano difficili da applicare o incontrino resistenze da parte delle famiglie. L’iniziativa di includere gli studenti nel processo di riparazione dei danni da loro causati sembra invece generare un feedback positivo, tanto da essere stata applicata già in tre circostanze nell’anno scolastico in corso.

Questo metodo, tuttavia, non è esente da sfide. La dirigente segnala come sia cresciuto il numero di situazioni in cui le sanzioni previste vengono contestate dalle famiglie, a volte addirittura portando alla rimozione delle stesse. Eppure, la risposta del Mattiussi a tali sfide non è meno che innovativa e dimostra un cammino educativo che valorizza la responsabilità personale e la cura per gli spazi e i beni comuni.

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