La rabbia dei centri commerciali e dei parchi a tema

Sono scesi in piazza a Roma, gli ennesimi lavoratori dimenticati nell'epoca della pandemia, si tratta dei proprietari dei centri commerciali, costretti a chiudere nei week end, ed i lavoratori dei parchi divertimento.

La rabbia dei centri commerciali e dei parchi a tema

Altro giro, altra giostra. Questa volta a scendere in piazza a Roma, a protestare, sono i lavoratori dei centri commerciali, costretti a chiudere il week-end, che chiedono di riaprire in sicurezza, con le dovute precauzioni, ed i lavoratori dei parchi a tema, chiusi da mesi. I centri commerciali infatti in questi mesi hanno subìto una brusca frenata, e i grandi parchi divertimento hanno subìto un brusco rallentamento.

Decine di migliaia di lavoratori, come commessi, camerieri e interinali, studenti universitari, lavoratori stagionali, che nel week end lavoravano nei centri commerciali in Italia, una forza lavoro soppressa dal covid, ora chiedono di riaprire in sicurezza. Per quanto riguarda i parchi a tema, fermi da mesi, realtà come Gardaland, Mirabilandia, Costa Edutainment, Leolandia, MagicLand, Zoomarine e tanti altri.

Così le serrande di oltre 30000 esercenti in Italia sono rimaste abbassate, alcuni minuti, con il patrocinio, della Confcommercio, in segno di protesta, in particolare parla il titolare Alessandro Allegri, del nuovo centro commerciale Maximo Shopping center, sulla Laurentina a Roma” le perdite sono state notevoli, fino al 65% di presenze in meno, per un danno gravissimo, e una netta riduzione del personale”, per non parlare dei negozi all’interno, che ricevono il maggior afflusso di clienti, che durante la settimana lavorano e possono trascorrere più tempo nei cc nel week.end.

I lavoratori dei parchi divertimento hanno fatto una protesta in Piazza del Popolo a Roma, più colorata, vestiti come i cartoni animati, le mascotte, rappresentati nei giochi per i bambini, stop al Tagadà dei nostri tempi, alle montagne russe, alla casa stregata, alle attrazioni dell’immaginario collettivo, niente più bambini che si divertono con i loro genitori, tutto chiuso, 60.000 lavoratori a casa.

Dopo la graduale riapertura dell’acquario di Genova, si spera avvenga anche per le altre strutture. Intanto è partita la petizione #No1 luglio, che ha ricevuto molte adesioni, in cui si chiede di anticipare le aperture prima dell’estate. Sono 10.000 le persone che hanno perso il lavoro nel 2020, senza nessuna sovvenzione. Anche a seguito della decisione del premier, di ricevere maggior afflusso di turisti con il green pass, sarebbe desolante trovare queste attrattive chiuse per la bella stagione.

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