La questione del bilinguismo in Pordenone: "Questi cartelli stradali sono in friulano, non ci rappresentano"

La questione riguarda l'utilizzo della lingua veneta nella nuova segnaletica stradale. Sebbene l'intento fosse probabilmente quello di rappresentare l'identità veneta di Pordenone, si è creato uno scollamento dalla tradizione e dall'identità pordenonese.

La questione del bilinguismo in Pordenone: "Questi cartelli stradali sono in friulano, non ci rappresentano"

La città di Pordenone, situata nella regione del Friuli-Venezia Giulia, è al centro di una controversia sempre più accesa riguardante l’utilizzo del bilinguismo nella segnaletica lungo la nuova Circonvallazione Sud. Molti pordenonesi ritengono che la lingua parlata nella zona sia più vicina al veneto che al friulano, e la scritta “Vignesie” anziché il tradizionale “Venessia” ha scatenato una serie di proteste. Uno dei portavoce di questo crescente malcontento è Maurizio Marcolin, noto come “Maramau“, un artista locale che da oltre vent’anni compone versi nel dialetto pordenonese, la lingua dei suoi genitori e nonni.

Marcolin spiega che Pordenone e il suo territorio hanno mantenuto nel tempo una certa autonomia, grazie anche al fiume Noncello che li collegava alla Laguna. Questo isolamento ha contribuito alla nascita del dialetto pordenonese, che nel corso della storia ha avuto almeno tre varianti, privilegiando la lingua di Venezia e creando una sorta di isola separata dal resto del Friuli.

Dopo la Seconda Guerra Mondiale, diversi artisti hanno dedicato il loro impegno al teatro, ai versi e ai racconti in questo dialetto con radici venete ma diverso, sebbene con alcune parole in comune con il friulano marilenghe. Guerrino Girolamo Corbanese, con il suo dizionario “La parlata pordenonese“, e Mario Sartor Ceciliot, con il suo “Dizionario del dialetto pordenonese“, hanno contribuito a consolidare il dialetto attraverso le loro opere letterarie. Inoltre, Piera Rizzolatti, con il suo studio e ricerca sulla parlata pordenonese intitolato “Qui comenca, la Cantinella“, curato dal Comune di Pordenone, ha raccolto 300 anni di storia della parlata pordenonese. Perfino Pasolini ha scritto versi in pordenonese, definendolo una lingua inventata.

È evidente che il dialetto pordenonese possiede una storia e un’identità ben definite. Pur avendo radici venete, si è evoluto in modo indipendente, influenzato anche dal friulano marilenghe. È un patrimonio culturale prezioso che rappresenta l’anima stessa della città di Pordenone.

La richiesta di una revisione della scelta linguistica nella segnaletica è del tutto legittima. È importante che la città valorizzi e rispetti la propria storia linguistica e culturale, riconoscendo il dialetto pordenonese come parte integrante del patrimonio locale.

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