La lettera di scuse del turista-vandalo del Colosseo: "Lo sfregio? Non sapevo che fosse antico"

Nella sua lettera di scuse, ha dimostrato un'evidente mancanza di buon senso e conoscenza, affermando di non aver conosciuto l'antichità del monumento fino a quel momento.

La lettera di scuse del turista-vandalo del Colosseo: "Lo sfregio? Non sapevo che fosse antico"

Lo scorso mese, un turista ha commesso un atto vandalico senza precedenti, danneggiando uno dei monumenti più iconici al mondo: il Colosseo. L’uomo incise con una chiave nel marmo del maestoso Anfiteatro Flavio il suo nome e quello della sua fidanzata, nel tentativo di dimostrare al mondo intero il loro amore. Nella sua lettera di scuse indirizzata alla Procura di Roma, al Sindaco e al Comune, ha dimostrato ancora una volta la mancanza di buon senso e ha profanato la propria intelligenza, evidentemente non abbondante.

La missiva, firmata da Ivan Danailov, un trentunenne di origini bulgare residente in Inghilterra, assume toni surreali. “Consapevole della gravità del gesto commesso desidero con queste righe rivolgere le mie più sincere e oneste scuse agli italiani e al mondo intero per il danno arrecato a un bene che, in effetti, è patrimonio di tutta l’umanità”. Inoltre, cerca un perdono “in particolare” da parte di Gualtieri e del Campidoglio per il suo pentimento. Secondo lui, loro sono coloro che “con dedizione, cura e sacrificio custodiscono l’inestimabile valore storico e artistico del Colosseo“.

Tuttavia, nel passaggio più esilarante di questa lettera, che sospinge ad interrogarsi se sia genuina o un’elaborata farsa, Danailov confessa e si autoassolve: “Ammetto con profondissimo imbarazzo che solo dopo questo spiacevole incidente ho appreso dell’antichità del monumento“. È possibile che esista al mondo qualcuno che non conosca il Colosseo? Se esiste, Ivan Danailov ne è un esempio eclatante. Una grande Capitale, con i suoi numerosi problemi, deve confrontarsi anche con individui del genere e con altri turisti stranieri che, come lui, hanno vandalizzato i monumenti romani, incluso il Colosseo, per poi tornare a casa impuniti.

Il bizzarro mea culpa, in cui l’ignoranza non viene colpevolizzata (il che non è vero se l’ignoranza diventa intenzionale, come in questo caso), rappresenta la morale assurda di questa lettera. Il trentunenne inglese cerca di placare i giudici, poiché il suo gesto potrebbe costargli una condanna da 2 a 5 anni di reclusione e una multa che va dai 2.500 ai 15.000 euro. L’avvocato Alexandro Maria Tirelli, presidente delle Camere Penali Internazionali e nominato difensore di fiducia di Danailov insieme a Maria Valentina Miceli, racconta: “Il ragazzo è il prototipo dello straniero che, con leggerezza, crede che in Italia sia permesso tutto, anche quelle azioni che nel suo Paese di provenienza sarebbero gravemente punite. Ho ritenuto fondamentale far comprendere al nostro assistito il valore morale di una lettera di scuse alla nostra comunità nazionale e alle istituzioni cittadine. Sulla base di ciò, speriamo di accordarci con il pm Nicola Maiorano per l’applicazione di una pena contenuta e giusta“.

Il turista è attualmente indagato dalla Procura di Roma per danneggiamento di beni culturali. Le prove raccolte sono schiaccianti, incluso un video girato da un altro turista che mostra Ivan mentre incide i nomi sulla superficie del Colosseo. Dopo il vandalismo, Danailov è tranquillamente tornato a casa, in Inghilterra. I carabinieri lo hanno successivamente rintracciato a Londra e gli hanno imposto di eleggere domicilio, in modo che, al momento della chiusura delle indagini, possa essere processato senza risultare irreperibile.

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