Oggi è stato pubblicato il ‘Corruption Perceptions 2015‘ dalla Trasparency International. E’ l’indice che misura quanto sia grave la corruzione degli uomini d’affare ed esperti del settore e quanto loro stessi credano che il loro Paese sia nelle mani della corruzione. A quanto sembra, il malaffare sembra permeare ancora molti compartimenti della finanza e della politica italiana, infatti siamo stati messi al 61esimo posto, con un totale di 44 punti su 100.
In effetti non è una critica al nostro Paese, in quanto nell’ultimo anno abbiamo risalito ben 8 posizioni, ma comunque attualmente siamo dietro a Paesi come Oman, Grecia, Romania o Cuba, che sono stati vittima di forti scandali, embarghi e crisi economiche che hanno rischiato di mandarli in bancarotta, ma, stando a quanto reso pubblico oggi, più eticamente corretti dell’Italia.
Il videpresidente di Trasparency International, Virginio Carnevali, ad ogni modo, vede molto positivamente il miglioramento del ‘Bel Paese‘, infatti ha dichiarato: “Constatiamo con piacere che finalmente si è avuta un’inversione di tendenza, seppur minima, rispetto al passato, che ci fa sperare in un ulteriore miglioramento per i prossimi anni”. C’è da dire, ad onor del vero, che l’Italia non riesce a scrollarsi l’immagine che si è appiccicata addosso per anni come Paese natìo della mafia che, in passato, è riuscita ad estendere i propri tentacoli fino nelle sale del governo, ispirando dozzine di film e libri sull’argomento corruzione e malaffare in Italia.
In cima alla lista pubblicata quest’oggi, la Danimarca sfiora il jackpot con ben 91 punti su 100, confermando il primato del 2014, seguito da Finlandia e Svezia: sembra che i Paesi del Nord Europa siano i più ‘corruction free‘ del mondo. Come abbiamo riportato, l’Italia ha totalizzato un punteggio di 44, ma non dobbiamo pensare di essere i fanalini di coda, perchè a livello mondiale altri Paesi non sono poi messi molto meglio, basti pensare che la media è di 43 punti, quindi, anche se di poco, siamo al di sopra di questa.
Nulla vieta, però, che con le politiche di trasparenza e con le continue riforme, molto spesso ad hoc per eliminare la corruzione negli ambienti pubblici e privati, che nei prossimi anni potremmo assistere ad un notevole aumento del punteggio, arrivando forse ai livelli della Svezia e degli altri Paesi europei.