La Cei sfida Leone XIV sulle coppie omosessuali: la mossa del cardinale Zuppi

Il cardinal Zuppi ripropone il documento della Cei sull’inclusione delle coppie omosessuali e altre questioni sociali, nonostante il testo fosse stato clamorosamente bocciato sei mesi fa, segnando una nuova fase di tensione con Leone XIV.

La Cei sfida Leone XIV sulle coppie omosessuali: la mossa del cardinale Zuppi

Il cardinal Matteo Zuppi, arcivescovo di Bologna e presidente della Conferenza episcopale italiana, torna a mettere in discussione gli equilibri interni alla Chiesa proponendo nuovamente il documento «Perché la gioia sia piena», respinto senza appello sei mesi fa dal Sinodo dei vescovi.

Il testo, di stampo aperturista e ispirato alle linee guida di papa Francesco, affronta temi delicati come l’inclusione delle coppie omosessuali, il ruolo delle donne nei ruoli di responsabilità ecclesiastica, il mondo transgender e il trattamento dei divorziati risposati. La prima bocciatura era stata netta e bipartisan, con una maggioranza schiacciante di vescovi contrari agli articoli ritenuti troppo innovativi o, al contrario, insufficientemente radicali.

Ora, Zuppi ripropone il documento presso l’assemblea dei 220 vescovi operativi della Cei senza sostanziali modifiche, confidando in scenari e equilibri cambiati, inclusa l’influenza del nuovo pontefice Leone XIV. Il dibattito attuale mette in luce una spaccatura all’interno della Cei tra resistenze tradizionaliste, attente a preservare insegnamenti e morale cattolica, e vescovi più progressisti che guardano a un’apertura secondo la filosofia di papa Francesco.

Il documento, in particolare gli articoli 30 e 31, propone una maggiore inclusività nell’accompagnamento delle persone in situazioni affettive particolari, come quelle legate alla comunità LGBTQ+, un tema che aveva suscitato forte dissenso tra i prelati. La ripresentazione del testo segna dunque un nuovo scontro interno, accentuato dal fatto che il Papa ha recentemente sottolineato la non democraticità della Chiesa, lasciando intendere che le decisioni ultime restano prerogativa pontificia.

Oltre alla questione delle coppie omosessuali, il documento tocca il tema del suicidio assistito, creando un contrappeso rispetto alle posizioni di Leone XIV, che mantiene un approccio dottrinale tradizionale sulla sacralità della vita. La Cei di Zuppi sembra muoversi in direzione di provvedimenti più aperti, a volte in linea con le istanze politiche della sinistra, suscitando osservazioni interne sul ruolo dell’autonomia decisionale della conferenza episcopale.

L’insieme delle dinamiche evidenzia una tensione tra le volontà di rinnovamento pastorale e la prudenza istituzionale, con la figura di Zuppi che appare oggi come un mediatore tra visione bergogliana e resistenze interne. La riproposizione del documento rappresenta un momento cruciale per la Chiesa italiana: è un segnale della volontà di perseguire un approccio più inclusivo e in sintonia con le nuove sensibilità sociali, pur mantenendo una gestione prudente dei rapporti con il Papa e tra le diverse fazioni della Cei. La sfida per Zuppi è riuscire a ottenere un consenso sufficiente senza compromettere l’unità interna, mostrando come la Chiesa italiana stia attraversando una fase di confronto serrato tra tradizione e apertura pastorale, con le coppie omosessuali e altre comunità al centro del dibattito.

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