Una giornata di routine giudiziaria nel tribunale di Ivrea si è trasformata, inaspettatamente, in qualcosa di molto più profondo e delicato. Una donna, presente per testimoniare su un episodio di furto con minaccia, ha riconosciuto tra le foto segnaletiche anche un volto che ha riportato a galla un passato mai raccontato: quello di una presunta violenza subita.
Un riconoscimento che ha scosso l’aula e aperto un nuovo fronte giudiziario. Tutto è cominciato con un furto avvenuto in una vineria di Ivrea, durante il quale alcune persone, in fuga, avrebbero minacciato un giovane cliente che cercava di fermarli.
Tra i presenti c’era anche la donna chiamata a testimoniare: si trovava lì quando è stata puntata un’arma contro un ragazzo, ed è stata a sua volta intimidita. Convocata in tribunale, è stata invitata a riconoscere i responsabili tra le immagini dell’album delle foto segnaletiche. Dopo aver indicato alcuni sospettati, ha attirato l’attenzione del pubblico ministero, Alessandro Gallo, su un’altra immagine.
“Questo al numero 8 lo conosco”, ha detto, apparentemente parlando ancora della banda. Ma quando il magistrato ha chiarito che quell’uomo non era coinvolto nel furto, la testimone è scoppiata in lacrime: “Mi ha fatto del male tempo fa, mi ha costretta”. Le sue parole, riferite a un periodo difficile della sua vita, hanno fermato per un momento il tempo in aula.
La donna ha raccontato di essere stata coinquilina dell’uomo ritratto nella foto, in un appartamento dell’ex hotel La Serra. In quel contesto, segnato da fragilità personali e una situazione abitativa instabile, si sarebbero verificati gli abusi. Non aveva mai sporto denuncia, ha spiegato, perché si trovava in un periodo estremamente complicato, segnato da un uso eccessivo di alcol e da difficoltà personali.
Aveva confidato quanto accaduto solo al suo avvocato. Il racconto ha spinto la Corte a sospendere momentaneamente il procedimento in corso. Gli atti relativi alla nuova dichiarazione sono stati trasmessi alla Procura della Repubblica di Ivrea, che ora dovrà valutare l’apertura formale di un’inchiesta per presunta violenza sessuale, facendo luce su quanto avvenuto e raccogliendo gli elementi necessari per accertare la verità.