Quest’anno segna il centenario dell’esproprio del rifugio Locatelli, noto in passato come Innerkofler, dall’Alpenverein al Club Alpino Italiano. Tuttavia, la celebrazione di questo anniversario è stata oscurata da una controversia che riflette tensioni storiche tra Austria e Italia, alimentate dagli eventi della Grande guerra nel fronte austro-italiano. La disputa si è concentrata sulla gestione del rifugio situato sulle maestose Tre Cime di Lavaredo, che dopo 75 anni di amministrazione da parte della famiglia di Hugo Reider, è stata affidata ad Angelo Pintossi, proprietario di un ristorante ad Auronzo di Cadore, nel Veneto.
La decisione di assegnare la gestione a un italiano ha suscitato indignazione in alcuni circoli altoatesini. Sven Knoll, segretario della Süd-Tiroler Freiheit, ha protestato aspramente, affermando: “Un italiano del Veneto“. In risposta, Gianfranco Munari, presidente del Cai di Padova, ha ribattuto con altrettanta irritazione: “È una falsità, il nuovo affittuario è nato in Trentino“.
Tuttavia, la controversia va oltre il semplice aspetto della nazionalità e si svolge sullo sfondo delle elezioni provinciali, previste per il 22 ottobre a Bolzano e Trento. Knoll ha sollevato la questione sostenendo che la decisione di affidare il rifugio metta a rischio l’identità sudtirolese, sottolineando l’apparente indifferenza del presidente uscente Arno Kompatscher, candidato per la Südtiroler Volkspartei, il cui simbolo è la stella alpina.
Munari ha difeso la scelta, sottolineando che Angelo Pintossi e la sua famiglia sono qualificati per gestire il rifugio Locatelli, un fiore all’occhiello con oltre 9.000 pernottamenti all’anno. Munari ha sottolineato che la selezione è avvenuta in base al “insindacabile giudizio del Cai di Padova“, come indicato nel bando, e quindi non dovrebbe essere motivo di scandalo.
Knoll, tuttavia, vede nel rifugio un simbolo importante per il Sudtirolo, sia dal punto di vista storico che turistico. Ha espresso preoccupazione che, se il rifugio fosse gestito come quelli del Cai in Italia, potrebbe comportare un danno per il turismo locale. La controversia ha anche sollevato questioni sul finanziamento pubblico. Knoll ha sottolineato che l’amministrazione di Bolzano paga annualmente al Cai circa 350.000 euro e quindi dovrebbe avere una voce nella gestione dei rifugi. Tuttavia, Munari ha chiarito che questi finanziamenti sono destinati a coprire le spese documentate per i lavori nei rifugi, provenienti sia dall’Alto Adige che dal Veneto.