Numerosi sono oggi gli italiani che ricorrono a strutture benefiche per curarsi, a causa della crisi economica che molte famiglie stanno affrontando con serie difficoltà. Ne è una dimostrazione la Casa di solidarietà dei Fratelli San Francesco di Milano, una Fondazione che dispone di un punto d’accoglienza, una mensa e un poliambulatorio al servizio di tutti coloro che ne hanno bisogno. Intervistata da Tgcom24, la responsabile Silvia Furiosi, ha detto che la struttura; nata dieci anni fa, era inizialmente destinata ad assistere persone in attesa di permesso di soggiorno. Ma tutto è cambiato profondamente a partire dal 2008, quando molti italiani hanno cominciato a rivolgersi alla struttura per l’impossibilità di pagare le cure mediche. L’ambulatorio è passato da 20 visite al giorno eseguite nel 2003 a 150 di oggi. Tanti i nuovi poveri che si rivolgono alla struttura, pensionati, esodati, padri single, e chiunque non può far fronte a spese sanitarie con un misero stipendio o pensione.
La situazione è ancora più drammatica per chi godeva di un certo benessere e adesso non ce l’ha più, e talvolta cade in uno stato di depressione tale da cui è difficile risollevarsi. Gli interventi più richiesti sono quelli che riguardano patologie oculistiche, dentarie, cardiologiche e terapie per il diabete. Il servizio reso dai medici e dai volontari dell’istituto Fratelli San Francesco è a titolo gratuito, e operano con un reale spirito di sacrificio e carità verso i pazienti, eseguendo visite specialistiche su tutti i settori.
I costi sono coperti per la maggior parte da donazioni private, fondazioni, banche, e anche da alcuni enti, e ai cittadini che arrivano per la prima volta è richiesto un tesseramento di soli 5 euro, una cifra simbolica che permette di accedere a qualsiasi visita. Spesso accade però che il cittadino non abbia neanche quei cinque euro, e salta anche la quota d’ingresso. La Fondazione Banco Farmaceutico Onlus ha reso noto un report che svela come 4 milioni e 800 mila poveri italiani ogni giorno rinuncino a curarsi per problemi economici, e ricevano assistenza tramite prestazioni gratuite.
Secondo il presidente della Fondazione, Paolo Gradnik, in un paese come l’Italia il sistema sanitario dovrebbe essere accessibile a tutti, ma solo il 61% della spesa sanitaria degli italiani è a carico dello stato. Il 39% restante è a totale carico delle famiglie, che spesso non può far fronte alle cure necessarie.
Una collaborazione tra Servizio Sanitario Nazionale, industria farmaceutica e cittadini forse potrebbe portare ad ottenere coperture adeguate per rispondere alle richieste dei malati; lo stato da solo non ce la fa, sia perché la vita si è allungata e siamo aumentati di numero, sia perché i costi sono saliti vertiginosamente. Ognuno deve prendersi le proprie responsabilità, così da trasformare il diritto alla salute dei cittadini in una realtà concreta di cure e assistenza.