L’estate 2025 si sta rivelando una delle più torride degli ultimi decenni e la giornata di domenica 29 giugno ne è la dimostrazione più sostanziale: sono ben 21 le città italiane marchiate con il bollino rosso, secondo l’ultimo bollettino ufficiale del Ministero della Salute. Da Nord a Sud, il termometro toccherà i 40 gradi, rendendo questa domenica un vero e proprio incubo climatico.
L’allarme ondate di calore è stato esteso a quasi tutto il Paese e le previsioni non offrono spiragli di sollievo almeno fino alla fine della prossima settimana. Il fenomeno è guidato dall’espansione dell’anticiclone africano, che sta stringendo l’Italia in una morsa di afa, umidità e temperature estreme. Taranto si conferma la città più calda con 40 gradi, seguita da un lungo elenco di località bollenti come Firenze, Siracusa, Oristano, Agrigento, Prato, Terni e Pistoia, dove si prevedono picchi di 39 gradi.
In molte altre città, tra cui Roma, Grosseto, Frosinone e Matera, il termometro non scenderà sotto i 38 gradi, rendendo difficile anche solo respirare all’aperto. Secondo il meteorologo Antonio Sanò, nessun vero cambiamento è previsto nei prossimi giorni: al massimo, qualche temporale sulle Alpi e un lieve calo termico nel Nord Italia dal 4-5 luglio.
Intanto, il sistema sanitario è già sotto stress. Nella sola ultima settimana, si è registrato un aumento del 4% degli interventi del 118, con un incremento di codici rossi legati a malori, traumi da calore ed emergenze cardiache. A confermarlo è Mario Balzanelli, presidente della Società Italiana Sistema 118, che raccomanda l’adozione immediata di precauzioni: idratazione costante, pasti leggeri, evitare il sole nelle ore centrali e consultare il medico per un eventuale adeguamento delle terapie in corso. Il caldo eccezionale ha riacceso anche il dibattito sulla sicurezza sul lavoro. In alcune Regioni – come Liguria e Sicilia – sono già attive ordinanze che vietano le attività all’aperto tra le 12:30 e le 16:00, nelle giornate classificate ad alto rischio dal portale Worklimate.
I sindacati chiedono l’estensione di queste misure e soprattutto certezze sulla cassa integrazione per i lavoratori esposti. In Lombardia, la richiesta è esplicita: stop immediato ai cantieri quando si superano i 35 gradi, con un piano di ammortizzatori sociali adeguato e finanziato dal Ministero del Lavoro. Mentre le istituzioni cercano di correre ai ripari, la solidarietà si mobilita: a Napoli, ad esempio, la Caritas ha avviato una campagna di supporto con docce, cambi d’abito, colazioni e cestini pranzo per aiutare i più fragili ad affrontare il caldo. Ma è chiaro che – in un’Italia bollente – serviranno presto strategie strutturali per gestire le estati future, sempre più simili a quelle del deserto.