La Polizia di Stato di Torino in queste ore sta dando esecuzione ad un decreto di perquisizione emesso dalla locale Procura della Repubblica nei confronti di 17 persone, tutte responsabili, a vario titolo, di istigazione a delinquere con l’aggravante del ricorso a strumenti telematici e di istigazione a disobbedire le leggi. Secondo quanto si apprende si tratta di attivisti appartenenti al variegato mondo dei No Vax e dei No Green Pass, che nelle scorse settimane si sono resi protagonisti di manifestazioni di piazza poi sfociate anche in episodi violenti. Molti degli indagati risultano già volti noti alle forze dell’ordine.
Le città coinvolte dall’operazione sono Ancona, Brescia, Cremona, Imperia, Milano, Pesaro Urbino, Pescara, Palermo, Pordenone, Roma, Salerno, Siena, Treviso, Trieste, Torino, Varese. La Polizia si è avvalsa delle sedi territorialmente competenti della Digos e del Dipartimento di Polizia Postale, reparto specializzato nella lotta ai reati telematici. Gli inquirenti hanno monitorato il canale “Basta Dittatura” 24 ore su 24. A questo canale erano affiliati gli indagati.
I discorsi sulla “dittatura sanitaria”
Molto gravi erano i contenuti pubblicati sulla chat del gruppo in questione. Gli attivisti affermavano in sostanza che il nostro Paese si trovi in una sorta di “dittatura sanitaria” e per questo i principali esponenti politici, come ad esempio il Premir Mario Draghi, dovessero essere in un certo senso eliminati con l’utilizzo di armi.
Nei confronti di giornalisti, scienziati e altri personaggi pubblici gli indagati sarebbero anche stati pronti a compiere gravi reati, anche nei confronti dei medici, minacciati più volte. Nelle chat è stata insultata anche tutta quella parte di popolazione, l’86% ormai, che ha deciso di vaccinarsi contro il Covid-19.
I No Vax e i No Green Pass sono ovviamente una minoranza nel nostro Paese, ma costoro, con il loro comportamento, rischiano di pregiudicare anche le prossime feste di Natale e la ripresa economica e sociale della nazione. Tra gli identificati, secondo quanto spiega l’Agi, ci sono anche soggetti che avevano promosso blocchi autostradali e ferroviari nonchè attivisti resisi protagonisti di aggressioni di piazza alle forze dell’ordine.