Isis, sventato piano di massacro in Australia: 15 le persone arrestate

Un piano di decapitazioni tra i civili è stato sventato in Australia: era organizzato dall'Isis ma a capo vi era un australiano. Il piano avrebbe dovuto essere messo in atto oggi, ma per fortuna il messaggio è stato intercettato

Isis, sventato piano di massacro in Australia: 15 le persone arrestate

Il governo australiano ha annunciato di aver sventato un piano organizzato da una cellula di Isis guidata da un australiano. Dalle indagini risulta che l’Isis voleva compiere un massacro in Australia di grande impatto emotivo eseguendo decapitazioni a caso tra i civili, e naturalmente filmati in diretta. L’intento di queste orribili esecuzioni avrebbe dovuto ricalcare quelle iniziate lo scorso 19 agosto scorso con la decapitazione dell’americano J. Foley.

L’operazione condotta in Australia ha visto al lavoro oltre 800 agenti che hanno effettuato una serie di raid a Sydney e Brisbane e provveduto ad arrestare 15 persone sospettate di essere membri dell’Isis, e che molto probabilmente avrebbero messo in atto oggi il loro piano.

E’ quello che ha detto infatti lo stesso capo della polizia, Andrew Colvin, che aggiunge che uno dei 15 arrestati è già stato accusato di gravi crimini legati al terrorismo. I mandati di arresto emessi sono 25, quindi rimangono ancora da controllare 10 sospetti. L’operazione è la più vasta di questo genere mai eseguita in Australia e arriva proprio una settimana dopo che Canberra ha dichiarato il livello di allerta contro la minaccia di terrorismo temuta dai combattenti australiani dell’Isis  che fanno ritorno in patria dopo essere stati nel Medio Oriente.

Il premier Tony Abbot ha spiegato come si sono svolti i fatti e ha dichiarato che a far partire l’operazione è  stata l’intercettazione del messaggio di un “australiano apparentemente molto in alto nella gerarchia dell’Isis”: costui nel messaggio ha fatto un appello alle “reti di sostegno in Australia”, incitandoli a compiere “omicidi” pubblici, per terrorizzare la gente e dimostrare così che loro sono i più forti. Il premier aggiunge con amarezza: “Queste persone, mi spiace dirlo, non ci odiano per quello che facciamo, ci odiano per ciò che siamo e per come viviamo. Questo è ciò che ci rende un obiettivo”.

E continua esortando le forze di sicurezza a continuare imperterriti nella caccia ai terroristi e scovarli per evitare un massacro. Canberra è uno degli oltre 40 Paesi che si sono schierati per scendere in campo e combattere contro l’Isis: infatti lunedì ha annunciato l’invio di 600 soldati e 8 aerei da guerra negli Emirati Arabi Uniti pronti far fuoco in Iraq.

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