Secondo il settimanale “L’ Espresso” sarebbero 74 i cittadini italiani arruolati nell’esercito dell’autoproclamato Stato Islamico; tra di loro molti giovanissimi in cerca di gloria, convertiti alla versione più estremista dell’Islam.
Le notizie riguardanti i foregin fighters italiani vengono fornite dal Ministero dell’Interno, che ha recentemente reso pubbliche informazioni riguardanti l’identità di alcuni giovani combattenti.
Attualmente tra le milizie dell’Isis c’è Stefano, un “atleta” (come lui stesso si definiva sui social) che ha compiuto da poco 18 anni. Il giovane è perfettamente bilingue in quanto, se pur di origini italiane, è nato e cresciuto in un ricco paese europeo. La grande passione di Stefano era il pugilato, grazie al quale aveva ricevuto importanti riconoscimenti ed era diventato campione nazionale della sua categoria.
Ad un certo punto, nel giro di pochi mesi, arriva la sua conversione all’Islam, che inizialmente non sembrava preoccupare ma anzi pareva una scelta prettamente spirituale. Senza nessun preavviso Stefano e la sua fidanzatina spariscono insieme nel nulla; la realtà sul loro allontanamento viene a galla quando le autorità europee segnalano alla centrale antiterrorismo italiana che Stefano è stato localizzato in una roccaforte dello Stato islamico. Un pugile professionista fa ovviamente comodo per l’addestramento dei combattenti dell’Isis.
La storia inspiegabile di questo diciottenne appassionato della box non è certo l’unica; nella lista nera dell’Isis troviamo anche Mario Sciannimanica, un 25enne italiano cresciuto in Germania e perfettamente integrato. La sua conversione all’Islam radicale risale a circa tre anni fa, quando entra in contatto con un imam di una moschea berlinese. Secondo le indagini svolte in Germania, il giovane sarebbe stato uno dei primi occidentali a raggiungere la Siria.
La lista potrebbe andare ancora avanti, e alla luce di questi fatti non ci si può non chiedere cosa abbia fatto scaturire decisioni del genere a giovani europei istruiti, benestanti e integrati nella società. La risposta è senz’altro difficile da trovare, fatto sta che ci sono anche quelli che ci hanno ripensato; due cittadini italiani partiti per la Siria l’estate scorsa sono recentemente rientrati segretamente in Italia, sconvolti per aver assistito agli orrori della guerra.