Si è costituito Carmelo Minniti, l’infermiere di 69 anni di Montebello Ionico in contrada Zuccalà, che ha ucciso la moglie Concetta Liuzzo, colpendola tre volte con un’ascia nella loro casa. L’uomo soffriva di una grave forma di depressione e si stava curando da solo con l’aiuto degli psicofarmaci.
Il procuratore di Reggio Calabria Giovanni Bombardieri e l’aggiunto Gerardo Dominijanni, interrogato dal sostituto procuratore Nicola De Caria, dopo aver posto sotto custodia l’uomo e aver avuto un lungo interrogatorio con l’uomo, sembra si sia scoperto che il movente sia stato la gelosia. Era infatti ossessionato che la moglie lo tradisse.
L’uomo è difeso dall’avvocato Michele Miccoli che rivela nella difesa che il Minniti, accecato dalla gelosia, avrebbe installato dei circuiti di videosorveglianza a casa con lo scopo di scoprire l’amante della moglie e beccarlo in flagrante, cosa del tutto priva di fondamento dato che l’amante non esiste.
I Carabinieri della stazione di Montebello e della compagnia di Melito Porto Salvo stanno cercando di capire cosa sia successo nelle ore precedenti all’omicidio, dato che i coniugi vivevano da soli nell’abitazione. Uno dei due figli, interrogato dagli investigatori, vive all’estero mentre l’altro ad un km dalla casa in cui è avvenuto l’omicidio.
L’uomo avrebbe poi telefonato al figlio ed ai Carabinieri per costituirsi. Durante l‘interrogatorio si sarebbe poi dimostrato pentito per il grave errore commesso e avrebbe confessato di essersi rivolto una sola volta ad uno psichiatra per cercare aiuto ma con scarso esito, credendo di poter uscire da quella depressione da solo senza l’aiuto di un medico.
Il pm non ha escluso nessuna ipotesi e si attende l’esito dell’autopsia per ulteriori indagini; l’assassino è stato condotto nel carcere di San Pietro, per ora si sa solo che fosse sotto l’effetto di pesanti allucinazioni dovute ai farmaci che assumeva intenzionzionalmente senza prescrizione medica.